Economia

Ilva, ministro Di Maio annulla gara: “Un pasticcio”

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Tutto da rifare per l’Ilva. Il ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio ha comunicato l’avvio di un procedimento amministrativo finalizzato all’annullamento del decreto del 5 giugno scorso con cui il governo ha aggiudicato il bando per l’acciaieria di Taranto ad Am Investico, cordata controllata da ArcelorMittal, leader mondiale per la produzione di acciaio.

“Una mossa dovuta al fatto che, come ha rivelato lo stesso ministro, la gare per l’Ilva è stata un pasticcio come ha indicato l’Anac nelle scorse settimane. A seguito delle verifiche interne sul dossier Ilva e del parere fornito dall’Anac, si ritiene che ci siano i presupposti per avviare un procedimento amministrativo finalizzato all’eventuale annullamento in autotutela del decreto del 5 giugno 2017 di aggiudicazione della gara. È un procedimento disciplinato per legge che durerà 30 giorni. Un atto dovuto per accertare i fatti a seguito delle importanti criticità emerse”.

Così il ministro Di Maio a cui ha risposto la stessa ArcelorMittal in una nota:

“Accetta tutte le richieste sostanziali di ulteriori impegni riguardo il contratto di affitto e acquisto firmato nel giugno 2017. La società confida che questi impegni aggiuntivi evidenzino al governo (…) il suo pieno impegno per una gestione responsabile di Ilva. Arcelor è fiduciosa che con il supporto del governo sarà possibile finalizzare nei prossimi giorni l’accordo con i sindacati per completare rapidamente l’operazione”.

 Cosa succede ora? Il procedimento legale ha una durata di 30 giorni e prevede che, se dovesse essere annullata l’aggiudicazione ad Am Investco Italy, non si potrà in ogni caso ricorrere all’altra cordata che aveva partecipato al bando, AcciaItalia e questo perché la compagine è ufficialmente in liquidazione .  L’unica offerta valida in campo resta quella di Am. Ma è necessario organizzare una nuova gara in tempi brevi e il governo potrebbe favorire una nuova cordata con Cassa Depositi e Prestiti e altri soggetti attivi come AcciaItalia. D’altra parte lo stabilimento di Taranto è allo stremo e urge una iniezione di risorse cosa che al momento appare difficile.