Economia

Il grande rischio che minaccia la stabilità della zona euro

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BRUXELESS (WSI) – Negli ultimi tempi l’Europa è sulla cresta dell’onda, come non mai. La fiducia nell’economia è travolgente, la crescita è in piena espansione e la disoccupazione sta calando con decisione, i paesi membri appaiono più uniti e il populismo sembra stia tramontando, senza dimenticare che anche i mercati sono ottimismi e gli investitori più ottimisti parlano dell’inizio di un’epoca doro.

Qualcosa potrebbe andar storto? Sì e anche di molto. Come scrive David Brown per il South China Morning Post, l’Europa è stata all’inferno negli ultimi dieci anni e purtroppo è ben lontana dal tornare in paradiso.

“L’economia della zona euro è sostenuta da una politica monetaria estremamente debole tanto che la Banca centrale europea si sta rapidamente spingendo oltre i limiti della credibilità. Tutto ciò potrebbe cambiare improvvisamente quest’ anno e i mercati finanziari rischiano di essere maltrattati. (…) Le “misure speciali” della BCE erano intese come una correzione temporanea e ora i mercati stanno ricevendo il loro primo campanello d’ allarme e il cambiamento potrebbe arrivare già nel 2018. Ci sono segnali di avvertimento secondo cui i giorni dei soldi facili sono finiti”.

Presso la sede centrale della BCE a Francoforte stanno sorgendo tensioni politiche. La Bundesbank tedesca è particolarmente preoccupata per il fatto il piano di super-stimolo monetario della Bce stia aumentando i rischi legati a un surriscaldamento dell’inflazione, vera e propria fobia dei tedeschi. Secondo la Bundesbank l’economia della zona euro è abbastanza forte da stare in piedi da sola, senza bisogno di ulteriori aiuti.

Ora lo scontro si gioca quindi sul terreno dell’inflazione. La Germania vuole prezzi al consumo bassi, mentre la grande maggioranza dei membri della zona euro vuole una crescita più elevata e una creazione di posti di lavoro più sostenuta. Le due posizioni sembrano inconciliabili, ma i mercati sanno che alla fine la Germania avrà il sopravvento e i “giorni di abbondanza” presto potrebbero terminare.