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HSBC presenta le “tre debacle dei mercati emergenti”

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ROMA (WSI) – Non solo timori che un eventuale rialzo dei tassi da parte della Federal Reserve peggiori il quadro macroeconomico, facendo balzare i costi dei debiti denominati in dollari. Sui mercati emergenti incombono anche rischi politici che aumentano il potenziale di un cigno nero o comunque di eventi difficili da prevedere.

Il mix micidiale ha portato il team di ricerca del colosso bancario HSBC a lanciare l’alert su “tre debacle dei mercati emergenti”.

La parola chiave è “leverage”: “la situazione diventa ancora più tossica se si prende in considerazione il ciclo di leverage dei mercati emergenti. Grazie ad anni di abbondante e conveniente liquidità proveniente dall’esterno, i mercati emergenti hanno accumulato debiti in modo molto rapido. In diversi modi, i mercati emergenti stanno mostrando sintomi simili a quelli dei paesi avanzati di debole performance economica e di un eccessivo ricordo ai crediti. Il risultato è quello che noi chiamiamo le tre debacle degli emergenti: de-leveraging; deprezzazione e downgtade dei rating sui crediti.

HSBC va dritta al punto, elencando le cinque ragioni del disastro dei mercati emergenti: 1) collasso del ciclo del commercio globale; 2) problemi di competitività (con il costo del lavoro unitario che sta salendo nel settore manifatturiero); 3) calo della domanda domestica, 4) rischi al ribasso rappresentati dalla Cina; 5) crollo dei prezzi delle commodities.

Indicativo il grafico che mette in evidenza come il differenziale di crescita tra i mercati emergenti e quelli dei paesi avanzati si stia riducendo: e non perchè i secondi stanno facendo bene, ma perchè i primi stanno riportando una performance decisamente miserabile.[ARTICLEIMAGE]Tornando al fronte politico, tre paesi preoccupano in modo particolare.

Il Brasile, che fa fronte all’incapacità del governo di portare avanti trattative serie per le riforme di bilancio; la Turchia, impantanata in una guerra civile che si sta traducendo in periodi protratti di violenza e terrorismo, che non possono di per sé coesistere con nessuna economia che punti a crescere. Infine, la Malesia, dove il premier Najib deve rispondere al paese di corruzione, e in particolare deve spiegare come sia possibile che $700 milioni del fondo di sviluppo malesiano siano andati a finire nel suo conto bancario personale.

Ma certo il problema principale di queste economie è nella parola “fondamentali”: e i fondamentali dell’economia sono semplicemente un disastro. La crescita globale e il commercio sono d’altronde entrati in una nuova era, caratterizzata da una debolezza endemica e strutturale; grazie alle politiche monetarie accomodanti e alla domanda globale anemica, i prezzi delle commodities non dovrebbero recuperare presto; e ora, la situazione della Fed è tale che sia una Fed colomba che una Fed falco potrebbero scatenare una fuga di capitali.

Scrive HSBC, dopo aver citato “i rischi che incombono sull’economia cinese”: “in più, esiste un altro livello di incertezza legato alla Fed, che ha lanciato il messaggio dell’arrivo di un rialzo dei tassi nel 2015 per tutto l’anno, per poi assistere alla perdita di momentum nell’economia americana”. Di fatto, la “politica monetaria della Fed e il livello della sua comunicazione ai mercati sta diventando sempre più una fonte di incertezza”. (Lna) Account twitter @lauranaka