Economia

Dazi auto, scambio di minacce Trump-Juncker. Bce: comportamento Usa “deplorevole”

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Se le Borse europee arrancano stamattina è soprattutto colpa del nuovo intensificarsi delle tensioni commerciali. È la fine del cessate-il-fuoco tra Cina, Europa e Stati Uniti. Il fatto che le prime due potenze economiche al mondo si apprestino a continuare anche la prossima settimana la loro sfida a colpi di dazi riduce l’appetito per il rischio sui mercati.

In più sono arrivate nuove dichiarazioni al veleno di Donald Trump nei confronti dell’Europa. Il presidente americano ha affermato che l’offerta dell’Unione Europea circa le concessioni sui dazi all’industria automobilistica “non è sufficiente” e che l’Europa unita è “quasi peggio della Cina, solamente che è più piccola” come taglia.

Non si è fatta attendere la risposta del presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, che è tornato ad agitare lo spettro delle ritorsioni. Questo scambio di frecciate ha un impatto negativo sul settore dell’auto in Borsa. Juncker ha detto a Reuters che Bruxelles imporrà nuovi dazi sulle auto importate dagli Usa se l’America farà lo stesso. La speranza delle autorità europee, però, è che si trovi un accordo con gli Usa per impedire dazi sull’auto.

Trump ha anche minacciato di abbandonare l’Organizzazione Mondiale del Commercio se questa non subirà delle modifiche. Secondo il nuovo membro del board della Bce Olli Rehn i tentativi degli Usa di cercare un’escalation del conflitto commerciale sono “deplorevoli”.

In un’intervista rilasciata a Bloomberg Rehn lo yuan cinese sta perdendo valore per via delle minacce di guerra commerciale. Il commento sullo yuan è probabilmente un modo indiretto di dire che l’Europa non sta manipolando la sua valuta. In passato Trump aveva accusato l’Eurozona e in particolare la Germania di svalutare la propria divisa.