Economia

Grecia, nuovi aiuti da Eurogruppo ma no a taglio debito

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La Grecia è stata di nuovo salvata per il rotto della cuffia: riceverà 8,5 miliardi di aiuti dall’Europa in cambio di altre misure di austerity. E tutto questo mentre il debito rimane sempre insostenibile.

L’Eurogruppo ha raggiunto l’accordo per inviare una nuova tranche di aiuti alla Grecia. I ministri delle Finanze dei Paesi dell’Eurozona, riuniti a Lussemburgo, hanno deciso di concedere 8,5 miliardi di euro, una cifra maggiore di quella di 7 miliardi che si prevedeva, che serviranno alla Grecia per pagare i debiti con i suoi creditori, Bce e Fmi, in scadenza a luglio. Una vittoria a metà per la Grecia, che auspicava anche la decisione di un taglio del suo debito pubblico, ora arrivato al 179% del Pil.

Negli scorsi giorni il primo ministro Alexis Tsipras era riuscito a far approvare un nuovo piano di tagli, che aveva colpito soprattutto le pensioni, con la promessa ai cittadini che in cambio sarebbero arrivate le attese misure di alleggerimento del debito. Ma l’opposizione della Germania ha bloccato ogni discussione sul tema: nessuna concessione alla Grecia, almeno non prima delle elezioni tedesche in programma a settembre. L’Eurogruppo ha preso alcuni impegni, come un possibile allungamento delle scadenze da 0 a 15 anni, ma ogni intervento è rinviato al 2018.

L’accordo è il frutto di un compromesso fra il ministro delle Finanze tedesco Wolfang Schaeuble e la capo dell’Fondo monetario internazionale Christine Lagarde. La Germania non era disposta a cedere sul debito, ma aveva bisogno di avere l’Fmi come partner nel salvataggio della Grecia. Da parte sua l’Fmi premeva per intervenire sull’esposizione. In conclusione l’Fmi ha deciso di sbloccare l’invio di fondi solo al completamento di alcune condizioni, fra cui quelle sul debito. Nella pratica, sottoporrà al suo Executive Board un “accordo di principio” che però rimarrà in stand-by.

Si tratta di una procedura che il Fondo non ha mai usato nel caso di un Paese avanzato ed erano molti anni che non vi ricorreva, tanto da esporre l’Fmi alle accuse di riservare un trattamento privilegiato alla Grecia. Non è la prima volta che l’Fmi prevede esenzioni per il Paese ellenico. Nel 2010, ha partecipato al salvataggio come richiesto dagli Stati dell’Eurozona, nonostante il suo regolamento preveda di farlo solo quando c’è un’alta probabilità che il debito sia sostenibile. E quello della Grecia non lo era.