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Goldman Sachs presenta derivato per scommettere su crisi bancarie

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Goldman Sachs e Jp Morgan si sono attrezzate per scommettere sulla prossima grande crisi bancaria, dopo l’esperienza del crac dei mutui subprime, appena un decennio fa: si tratta di derivati, total-return swap, che permettono agli investitori di puntare contro una particolare tipologia di bond emessi da banche considerate ad alto rischio e che possono essere azzerati in caso di crisi finanziaria degli istituti. Presto altre istituzioni finanziarie potrebbero lanciare strumenti analoghi secondo quanto affermato dal direttore dei credit index di Markit, Max Ruscher.

Recentemente il Fmi ha lanciato l’allerta per quanto riguarda il debito privato che grava sulle famiglie, a partire dal 2008 la sua quota sul Pil è cresciuta in misura pressoché costante; ciò aumenta significativamente le probabilità di una crisi bancaria. La stessa crisi dei mutui subprime nasce dall’esuberanza con la quale è stato concesso il credito alle famiglie.

Già negli anni precedenti alla crisi del 2007-2008 alcuni investitori, tra cui il celebre Michael Lewis autore del libro “The big short”, avevano scommesso sul tracollo delle banche attraverso i credit default swap (cds). La differenza fondamentale è che questo derivato costituisce un’assicurazione contro il default dell’istituto prestabilito: i total-return swap, al contrario, consentono di compiere un hedging (cioè una copertura dai rischi) sui titoli additional Tier 1 emessi dalle banche.

Questi ultimi possono provocare forti perdite in quanto, in caso di difficoltà, la banca può utilizzarli per rinverdire i bilanci, un rischio premiato con rendimenti medi al 4,7% (dieci volte un bond senior).

Gli additional Tier 1, dunque, possono provocare perdite verso gli investitori senza che la banca arrivi al default, e pertanto il loro rischio non può essere “coperto” da un cds. Ed è qui che Goldman Sachs e JP Morgan sono intervenute per coprire la lacuna con un nuovo swap. I rischi degli additional Tier 1 erano emersi nel caso di Banco Popular in Spagna, che è stata salvata anche azzerando questi strumenti di investimento.