Società

Giornata di acquisti a Wall Street, esistono ancora i buy…

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Buone notizie sulla crescita globale in Cina, Australia e Giappone hanno fatto scattare il rally a Wall Street, trascinato dagli energetici. Bene anche hi-tech e finanziari. Il resto, sono ricoperture degli short. Assist dalle dichiarazini di quel genio di Jean-Claude Trichet e da un raro sussulto rialzista (o meglio non ribassista) dell’euro. Tutte e 30 le blue chips del Dow Jones sono in rialzo.

L’euro sembra dettare i tempi anche quest’oggi e in particolare nelle ultime settimane nella seconda parte di seduta la performance dell’euro ha impostato la direzione che il mercato Usa ha poi preso sul finale. Per il momento l’andamento dell’euro fa ben sperare su un mantenimento del rialzo a Wall Street.

Le parole di Trichet hanno messo il turbo all’Europa, che a sua volta ha influenzato positivamente Wall Street, la quale non vedeva un esordio così scoppiettante da molto tempo. Nella consueta conferenza stampa successiva alla decisione della Banca Centrale Europea di lasciare invariato il costo del denaro ai minimi storici, il numero uno dell’istituto Jean-Claude Trichet ha tra i vari punti rivisto al rialzo le stime di crescita del Pil per il 2010 affermando che i livelli di inflazione resteranno contenuti.

Le parole di Trichet hanno dato una sferzata di ottimismo anche sull’euro nei confronti del biglietto verde, con il cross euro/dollaro a 1,2131 usd. Resta euforico anche il petrolio con il barile sul Light Crude a 76 dollari al barile. A circa un’ora e mezza dalla chiusura delle contrattazioni sulle piazze del Vecchio Continente, Madrid indosa la maglia rosa con un guadagno del 3,99%, seguita da Parigi +2,48%, Bruxelles +1,55%, Amsterdam +1,78%, Londra +1,17%, Francoforte +1,66%. Più distaccata Zurigo che si accontenta di un più modesto +0,75%. Anche Piazza Affari non è da meno: l’indice Ftse All-Share segna infatti un balzo del 2,30%, mentre il Ftse Mib avanza del 2,48%. Tra le blue-chips milanesi pioggia di denaro sulle banche ma anche su altri titoli quali Autogrill, Mediaset ed Exor. Quest’ultima ha da poco annunciato una partnership per investire in Cina e India.

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I mercati azionari sono favoriti dalla solidita’ dell’euro nei confronti del dollaro e dall’ottima prova dei titoli energetici. I dati sulla situazione occupazionale settimanale Usa sono risultati leggermente inferiori alle attese e alla fine dei conti non stanno avendo un grande impatto sul mercato.

La debolezza vista ieri sul finale e’ stata dovuta in gran parte al selloff dei titoli BP (-16%) che ha gravato sull’intero settore energetico. Ma questa mattina il titolo ha rimbalzato e con esso l’intero comparto. L’azienda britannica, che sta tentando in tutti i modi di arginare la fuoriuscita di petrolio da una sua piattaforma al largo del Golfo del Messico, ha precisato di non essere al corrente delle ragioni della volatilita’ di ieri. Transocean da parte sua acceelera di circa il 4% dopo aver ceduto l’8% la seduta della vigilia, mentre il gruppo petrolifero registra un rialzo di circa mezzo punto percentuale.

Il numero di americani che ha presentato domanda di indennita’ di disoccupazione e’ stato piu’ alto delle attese, segnalando che il numero di licenziamenti resta ancora su livelli alti nonostante la fase di espansione dell’economia. Quello che avra’ pensato la maggior parte degli operatori di borsa e’ che grazie al cielo maggio e’ finito. Invece di vedere un mercato del lavoro in rafforzamento, il numero dei sussidi e’ rimasto sui livelli di marzo, spiazzando economisti e analisti di mercato.

Il numero di posti di lavoro creati nel settore privato il mese passato e’ stato di sole 41 mila unita’. Nel mese di giugno gli economisti nuovamente si aspettano numeri piu’ solidi, ma questa volta preferiscono essere molto piu’ cauti nel fare le loro previsioni, per evitare di rimanere scottati un’altra volta. E per ora, almeno nel caso dei sussidi settimanali, hanno dimostrato di aver avuto ragione loro.

Sempre sul fronte macro la bilancia commerciale e’ risultata migliore del previsto in aprile. Nel frattempo BoE e Bce hanno come da attese lasciato invariato il costo del denaro, rispettivamente allo 0.5% e all’1%. L’attenzione resta sulle parole del numero uno della banca centrale europea Trichet, che ha alzato l’outlook sul PIL della zona euro a +0.7-1.3% da 0.4-1.2%. Rivisto al ribasso pero quello sul 2011. Per quanto riguarda l’eventuale acquisto di bond, il presidente della BCE non ha fornito dettagli.

I dati sul Pil del Giappone, quelli sulla disoccupazione australiana e sull’export della Cina, hanno confortato gli investitori e permesso alle Borse di cambiare passo rispetto all’avvio debole della mattinata mentre gli spread sui titoli di stato dell’Eurozona si sono ridotti e l’euro e’ in ripresa sul dollaro.

Negli Stati Uniti, si guarda ancora a BP dopo che ieri era scesa ai minimi di 14 anni sui timori di una sospensione del dividendo. Da monitorare i semiconduttori dopo che Gartner ha comunicato che la spesa globale crescera’ nel 2010 piu’ del previsto (+113%) ma si fermera’ nel 2011 (+6.6%).