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FUTURES IN FORTE RIBASSO, NESSUN SEGNALE DI RIPRESA

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A mezz’ora dall’apertura delle borse i contratti sugli indici Usa continuano a viaggiare in netto ribasso (vedi quotazioni a fondo pagina) il che lascia prevedere un avvio marcatamente in rosso per l’azionario Usa.

A preoccupare gli investitori continuano ad essere le condizioni del comparto finanziario e le previsioni sui risultati trimestrali fornite da alcune aziende hi-tech. La crisi del credito, scoppiata la scorsa estate, sembra destinata a proseguire nei prossimi mesi. Wachovia (WB), la quarta banca americana, ha annunciato perdite di $1.1 miliardi nel mese di Ottobre a causa delle turbolenze dei mercati finanziari. Il titolo arretra del 3.77% nel preborsa.

Il “credit crunch” sembra aver iniziato a produrre effetti negativi anche al di fuori degli Stati Uniti. Barclays PLC, terza banca inglese, potrebbe aver riportato massicce svalutazioni (si parla di $10 miliardi) nell’ultimo trimestre, legate all’esposizione sui business altamente rischiosi come quello dei mutui subprime. Un portavoce della banca ha negato tali rumors ma il titolo e’ arrivato a deprezzarsi di oltre il 9% sulla piazza di Londra.

Alcune pressioni in mattinata giungono nuovamente dal comparto tecnologico. Ieri il Nasdaq e’ arrivato a segnare una perdite intraday del 3.5% pressato dall’outlook poco incoraggiante di Cisco Systems (CSCO). Nell’after hour di ieri sera Qualcomm (QCOM), azienda specializzata nelle tecnologie wireless, ha offerto stime su utili e ricavi deludenti, per il prossimo anno fiscale. L’azione arretra di quasi il 7%.

Le pessime previsioni offerte negli ultimi giorni dalle societa’ tecnologiche evidenziano come le condizioni di concessione del credito creatisi negli ultimi mesi stiano influendo negativamente sulle attivita’ aziendali. Sara’ interessante valutare l’impatto che avranno sulla spesa dei consumatori, gia’ alle prese con gli elevati prezzi energetici

Leggere l’articolo:
CRISI DEI MUTUI: QUEL CHE NON VI STANNO DICENDO.

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Limitato l’impatto dei contrastati dati macro diffusi negli ultimi minuti. Il deficit della bilancia commerciale si e’ ritretto dello 0.6% nel mese di settembre, ai minimi livelli di due anni. Negativa la lettura dei prezzi alle importazioni, schizzati dell’1.8% ad ottobre, ben oltre le attese (+1.2%). L’indicatore rende piu’ difficili le decisioni sui tassi d’interesse da parte della Fed, gia’ dettasi preoccupata sull’accelerazione delle pressioni inflazionistiche.

Nel comparto ergetico, il petrolio sta ritracciando dai recenti massimi. I futures con consegna dicembre cedono 53 centesimi a $94.93. Sul valutario, l’euro e’ poco variato nei confronti del dollaro, a quota 1.4674. L’oro arretra di $6.90 a $830.60 all’oncia. In rialzo i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 4.25%.

Alle 15:00 (le 9:00 ora di New York) il contratto future sull’indice S&P500 e’ in ribasso di 13.50 punti (-0.92%) a 1462.00

Il contratto sull’indice Nasdaq 100 segna -31.25 punti (-1.50%) a 2074.25.

Il contratto sull’indice Dow Jones perde 97.00 punti (-0.73%) a 13167.00.

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