Società

Fraccaro (M5S) contro i vitalizi: “Risparmi fino a 380 milioni”

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Ammonterebbero a 380 milioni di euro a legislatura i risparmi ottenuti tagliando i vitalizi. Lo ha ribadito Riccardo Fraccaro, questore del M5S alla Camera, secondo cui la riduzione degli assegni d’oro “è una misura concreta perché sana un’ingiustizia sociale”.

“Daremo l’esempio, tutti i nostri eletti –aggiunge Fraccaro- non accetteranno il doppio stipendio, io rinuncio a 3100 euro mensili”.

Ma non basta: la scure si abbatterà anche sui dipendenti della Camera.

“Intendiamo sottoporre alla più severa rassegna ogni capitolo di spesa” compresi i costi complessivi della Camera e “le spese dei deputati”.

Ricordiamo che i vitalizi per i nuovi deputati e senatori sono stati aboliti a fine 2011 dal governo Monti. Dunque quando si parla della spesa dello Stato per tali prestazioni si fa riferimento, come fa Fraccaro, a quelle elargite ad ex membri del Parlamento, che hanno maturato il diritto al vitalizio prima che intervenisse l’abolizione.

Al momento, sono circa 2.600 il numero di ex che percepiscono i vitalizi, presi di mira da M5s: da vecchi leoni della Dc, come Ciriaco De Mita o Gerardo Bianco, ad ex presidenti della Camera della Seconda Repubblica, come Gianfranco Fini, Fausto Bertinotti o Irene Pivetti, passando per Massimo D’Alema e alcune centinaia di ex deputati, senza dimenticare le vedove di ex parlamentari.

Il vitalizio, introdotto negli Anni Ottanta, consisteva in un assegno che il parlamentare incassava a vita una volta tornato alla vita civile. Nel 2012 la riforma ha trasformato il vitalizio in una pensione, dunque percepita al compimento del 65esimo anno di età, quindi calcolata con metodo contributivo (pro rata).

Il piano di M5s è trasformare in pensioni calcolate con metodo contributivo sia i vitalizi degli ex parlamentari, sia la parte maturata fino al 2012 dai parlamentari attualmente in carica. Il che comporterebbe un taglio agli assegni con un risparmio per le casse di Camera e Senato.