Economia

Flat tax, si parte con le partite Iva: come funziona

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ROMA (WSI) – La flat tax partirà dalle imprese e dalle partite Iva che sono in maggiore sofferenza. Così il viceministro all’economia Massimo Garavaglia che traccia la road map della nuova tassazione fiscale del governo gialloverde.

La tassa piatta quindi dovrebbe avere una partenza prioritaria riservata ad alcune categorie di contribuenti, come partite IVA, e in un secondo momento per tutti gli altri.

“La flat tax è un impegno di legislatura, qualcosa la faremo subito nella legge di bilancio e da lì imposteremo il lavoro, partendo dalle imprese e dalle partite Iva che sono in maggiore sofferenza. C’è anche l’auspicio che si possa fare qualcosa di importante anche prima. Ci stiamo lavorando”.

Come dovrebbe operare la flat tax per le partite Iva? Una sorta di regime dei minimi con aliquota al 15% più esteso, che finirà così per coinvolgere una platea più ampia di liberi professionisti, passando dagli attuali 950mila ad almeno 1,5 milioni di partite Iva.

Ma le parole di Garavaglia in un certo senso si scontrano con quelle di Carla Ruocco del Movimento Cinque Stelle, neopresidente della commissione Finanze della Camera che parlando al Sole 24 Ore si mostra più cauta.

“Valuteremo cosa è possibile realizzare già nell’anno in corso, a partire da proposte a costo zero per le casse pubbliche ma ugualmente importanti per semplificare la vita di cittadini e imprese. Dubito che nei pochi mesi che ci separano dalla fine dell’anno si riesca a mettere in piedi una riforma come la flat tax”.

Attacca la flat tax e anche la pace fiscale Andrea Roventini, docente all’Istituto di Economia della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e nei mesi scorsi entrato nel toto-ministri per la guida del Mef da parte del M5S. Dalle pagine di repubblica Roventini attacca le ultime misure indicate come l’ennesima follia di politica economica del Carroccio.

“Il maxi-sconto delle cartelle sotto i 100mila euro è un condono, un’ennesima misura iniqua che, affiancata alla flat tax, ha l’effetto di aumentare le disuguaglianze e di non produrre crescita. Inoltre, diminuirà le entrate fiscali future visto che disabitua il contribuente a pagare le imposte”.