Società

Finisce era Merkel, Cdu nelle mani di Annegret Kramp-Karrenbauer

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Un addio come quelli dei grandi campioni sportivi, che lasciano quando sono ancora in tempo per farlo, senza rovinare il loro ricordo.

Tante volte si rischia di fare quel famoso “anno in più” e magari chiudere la carriera con un ricordo non così nitido rispetto a quello che è stato, a quello che si è dato alla causa.

Così, come per tutti, anche per Angela Merkel, è arrivato il momento dell’addio. E la cancelliera tedesca ha deciso di lasciare la scena prima di vedere ridimensionato il suo lungo operato.

Dopo 18 anni passati alla guida del partito Cdu e ad interpretare, di fatto, il ruolo del numero 10 con la fascia da capitano al braccio nella squadra che ha fortemente voluto l’euro ed il “più europa”, Angela Merkel vede che la situazione sta cambiando: i movimenti euroscettici sono in crescita e le politiche fino ad oggi attuate cominciano a non essere più così ben viste.

Dalla Brexit ai recenti gilet gialli in Francia, passando per il sedicente “governo del cambiamento” in Italia e l’euroscetticismo dei Paesi del Visegrad, ci sono segnali che l’aria stia cambiando.

Ora il testimone passa ad Annegret Kramp-Karrenbauer, da sempre considerata la sua delfina ed hanno chiamata AKK. La candidata è stata infatti eletta a maggioranza al congresso di Amburgo come nuovo presidente di partito.

Nessuno dei tre candidati alla successione della Merkel era riuscito ad ottenere la maggioranza dei 999 voti al primo turno. I candidati erano, oltre ad AKK, il ministro della Sanità Jens Spahn e l’outsider Friedrich Merz.

Annegret Kramp-Karrenbauer si è imposta al ballottaggio ottenendo il 51,7% dei voti e ha da subito risvegliato dal torpore i componenti della Cdu con il suo primo discorso.

La 56enne già ministro-presidente della Saar ha aperto la sua era con parole rievocanti la storia e la tradizione della Cdu:

“Siamo l’ultimo grande partito popolare in Europa. Non abbiamo nessuna intenzione di estinguerci, intendiamo restare un grande partito popolare”.

Poche parole ma che lasciano intendere in maniera chiara ed inequivocabile quale sia la strada che la nuova guida del partito vuole intraprendere, ovvero una linea moderata in perfetta continuità con le politiche interpretate dalla cancelliera Merkel, tra l’altro sua grande sponsor del suo “delfino”.