Economia

Fed: si chiude era Yellen. Le attese degli analisti

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Cresce l’attesa dei mercati per l‘ultima riunione della Fed sotto Janet Yellen. La due giorni di riunione, che si chiude oggi con l’annuncio della decisione di politica monetaria, è l’ultimo atto per la prima donna presidente della banca centrale. Yellen si appresta a dire addio alla Fed, lasciando al suo successore Jerome Powell un’economia vicina alla piena occupazione ma un’inflazione ancora debole.

Nessuna novità rilevante è attesa oggi dal punto di vista della politica monetaria. Dalla prima riunione del 2018 della Federal Reserve, invece, non sono attese novità: oggi la banca centrale Usa lascerà quasi certamente i tassi all’1,25-1,5%.

L’attenzione degli analisti sarà concentrata sulle parole della Yellen durante la conferenza stampa, nella quale il governatore uscente della Fed dovrebbe rafforzare le attese per tre rialzi dei tassi di interesse nel 2018 grazie al miglioramento delle prospettive economiche americane e la ripresa ormai sincronizzata a livello globale. Ma ancora piú importante saranno le parole che, nel comunicato finale, descriveranno l’inflazione, per la quale la Fed sembra di recente meno preoccupata.

Con l’addio di Yellen si apre per la Fed l’era Powell, nominato da Donald Trump. Approdato alla banca centrale sotto Barack Obama nonostante sia repubblicano, Powell è considerato il braccio destro di Yellen e questo lascia intravedere una stabilità in termini di politica monetaria. Per Powell la sfida sarà quella di governare una ripresa economica che accelera fra la volta delle borse ma prezzi ancora al palo: una sfida complicata dalla riforma delle tasse americana che, secondo alcuni membri della Fed, rischia di ‘surriscaldare’ l’economia nel lungo termine.

Aspettando la decisione della Fed sui tassi di interesse, attesa per oggi, ieri Wall Street ha prestato il fianco ad un forte flusso di realizzi di profitto. Nel reddito fisso, i Treasury hanno archiviato l’ennesima seduta in calo. Il decennale ha chiuso con rendimenti – che si muovono inversamente ai prezzi – al 2,716% dal 2,695% della giornata precedente. Si tratta di massimi di quasi quattro anni.