Economia

Fed prende tempo. Il dato Usa che fa paura

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NEW YORK (WSI0 – Nonostante le divisioni interne, la  Fed sembra intenzionata ad alzare  i tassi di interesse in scia al primo in quasi un decennio deciso lo scorso dicembre, quando ci saranno prove che l’economia sta accelerando.

E’ quanto emerge dai verbali relativi all’incontro di 14-15 giugno del Federal Open Market Committee (Fomc),, il braccio di politica monetaria della Fed.

“La maggior parte dei membri ha ritenuto che, in assenza di choc economici o finanziari significativi, l’innalzamento dei tassi sarebbe appropriato qualora i dati in arrivo confermassero la ripresa della crescita economica, l’incremento dei posti di lavoro sufficiente a sostenere gli obiettivi di massima occupazione della commissione e se l’inflazione verosimilmente raggiungesse il 2% nel medio periodo”, si legge nelle minute.

Innalzamento dei tassi sì, dunque, a patto però che ci siano le condizioni economiche per farlo. I riflettori sono puntati soprattutto sul mercato del lavoro. Nella scorsa riunione, a dividere i governatori parte del Federal Open Market Committee sono state  le ragioni del deludente rapporto sull’occupazione americana, arrivato all’inizio del mese scorso e in cui emerse che solo 38.000 posti di lavoro furono creati a maggio.

Alcuni hanno citato fattori transitori mentre altri hanno sottolineato il rallentamento del passo con cui nei mesi recenti era stata creata  occupazione. “Quasi tutti” i partecipanti tuttavia sono stati d’accordo che quel rapporto ha aumentato l’incertezza sull’outlook del mercato del lavoro Usa. Un mercato del lavoro che ha creato appena 38.000 nuovi posti di lavoro nel mese di maggio, al livello minimo in sei anni.

Sarà anche per questo che gli economisti di Bank of America Merrill Lynch hanno affermato che la pubblicazione del report occupazionale Usa di domani, venerdì 8 luglio, sarà il più importante dell’anno, dal momento che potrebbe smentire o confermare i dati orribili di maggio. Secondo gli analisti, un dato peggiore delle attese “potrebbe scatenare una forte correzione sui mercati e avversione al rischio”.

Nelle minute della Fed si legge inoltre che “sarebbe prudente aspettare l’esito dell’imminente referendum nel Regno Unito sulla sua permanenza nell’Ue per determinare le conseguenze del voto sulle condizioni dei mercati finanziari globali e sull’outlook Usa” (le minute sono di fatto relative al 14-15 giugno, prima che si votasse nel referendum  Brexit.

In vista della chiamata alle urne nel Regno Unito, la Fed osservava che l’incertezza “sembrava tenere a freno gli investimenti”. Molti membri dell’Fomc si aspettavano che il referendum “avrebbe potuto generare turbolenze che potrebbero colpire in modo avverso la performance economica domestica”.