Economia

Fed, Powell cauto alla sua prima uscita: fino a 3 anni per taglio budget

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Tutto come nelle attese. Durante la testimonianza al Senato per la conferma al vertice della Banca centrale americana dal prossimo febbraio, al posto di Janet Yellen, Jerome Powell ha confermato che le condizioni sono favorevoli e la Federal Reserve probabilmente alzerà ancora una volta (di un quarto di punto) i tassi di interesse nella riunione del 12-13 dicembre.

Per il candidato prescelto dal presidente Donald Trump,

“Lo scenario di un rialzo dei tassi di interesse alla nostra prossima riunione si sta concretizzando”. Rispondendo a chi gli chiedeva se intendesse che la Fed alzerà i tassi, ha risposto: “Penso che le condizioni siano favorevoli per farlo. L’andamento dell’economia Usa sostiene una stretta monetaria il mese prossimo”, ha affermato, specificando che “L’economia crescerà intorno al 2,5% quest’anno e la disoccupazione può scendere ancora”.

Un nuovo rialzo, il terzo nel corso dell’anno, porterebbe i tassi americani tra 1,25 e 1,5%, mentre nel

Sul fronte della riduzione del bilancio Usa, Powell ha poi specificato che ci vorranno 3-4 anni e dovrebbe attestarsi a 2.500-3.000 miliardi di dollari.

A settembre la Fed aveva annunciato per ottobre, come previsto, un piano di graduale riduzione del proprio portafoglio titoli da 4.200 miliardi di dollari, la maggior parte dei quali accumulati in risposta alla crisi finanziaria del 2007-2009.

Secondo quanto riporta Finanza.com, citando Giuseppe Sersale, strategist di Anthilia Capital Partners:

“Nella sua prima testimonianza al Congresso, Powell ha mantenuto un atteggiamento prudente: si è dimostrato ottimista sulla crescita, sostenendo di attendersi nel 2018 un Pil come nel 2017, da lui indicato a +2,5%”.

Powell ha invece dato, prosegue Sersale,

“un giudizio meno entusiastico del mercato del lavoro, sostenendo che l’assenza di pressioni salariali mostra che c“è ancora un pò di margine prima della piena occupazione”.

Powell ha inoltre ammesso che è tempo di normalizzare i tassi, ma sull’inflazione si è dimostrato cauto dichiarando che la Fed reagirà alla qualità dei prossimi dati.

“L“impatto è ben riassunto dalla reazione di bond e divisa, pressoché nulla al di là di qualche sussulto”, conclude l’esperto.