Economia

Galassia Fca alla prova dei mercati, soffre nel post Marchionne

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Fca alla prova dei mercati nel primo giorno del post Marchionne.

Il titolo, che aveva ridotto il calo durante la mattinata all’1,5%, torna ora a scendere nel primo pomerigggio oltre il 3% e lascia sul campo il 3,1% a 15,9 euro. Sotto pressione anche Ferrari (-4,38% a 114,55 euro) e Exor (-3,52% a 54,6 euro), meno invece Cnh (-2,22% a 8,62 euro).

Una dura prova per i titoli della galassia Agnelli-Elkann e per il nuovo ad di Fca Mike Manley, ex capo di Jeep, nominato in tutta fretta nel weekend dopo il peggioramento delle condizioni di salute del manager Sergio Marchionne.

Le nuove nomine

In Ferrari, dove Marchionne era sia presidente sia amministratore delegato, il suo posto ora è preso da John Elkann, che è anche presidente di Fca, mentre quella di amministratore delegato è andata a Louis Carey Camilleri, ex presidente di Philip Morris. In Cnh, dove Marchionne era presidente, subentra Suzanne Heywood, managing director di Exor dal 2016.

Le sfide per il futuro

Il primo appuntamento di rilievo del gruppo è in programma già mercoledì, quando la società presenterà i propri conti trimestrali, che dovrebbero sancire tra le altre cose il raggiungimento dell’obiettivo di azzeramento del debito industriale. Per gli analisti la nomina dell’ex capo di Jeep alla guida di Fca è letta come un’opzione “nel segno della continuità“, come afferma Equita secondo cui che Manley sia ora alla guida è un fatto “ragionevole, trattandosi del responsabile del brand Jeep dal 2009 e Ram dal 2015 (che insieme stimiamo generino più del 60% del fatturato e più dell’80% del margine operativo di gruppo), la cui crescita è indispensabile per centrare l’ambizioso business plan presentato di recente”.

Secondo gli analisti, come scrive Bloomberg, la scelta di nominare alla guida di Fca il manager 54enne ha dato un chiaro messaggio ai mercati sul fatto che le indicazioni lasciate nel piano di Marchionne saranno rispettate e proprio la Jeep sarà al centro dello sviluppo. “Non c’è ragione per cui il piano al 2022 non sia messo in pratica”, ha detto George Galliers, analista di Evercore ISI. Aggiunge Felipe Munoz, esperto del settore automotive per JATO: “Fca ha bisogno di far sì che i suoi marchi di massa siano di nuovo attraenti e Manley è l’uomo giusto per questo lavoro”.

Insomma una scelta quella di Manley che piace agli analisti.  Nel futuro del gruppo oltre al nuovo Suv a marchio Jeep anche il lusso puntando su Alfa Romeo e Maserati. In Italia l’auspicio è che si mantenga nel nostro paese la capacità produttiva come ha sostenuto residente di Confindustria Piemonte, Fabio Ravanelli, che ha invitato a confermare “gli impegni su Mirafiori e Grugliasco” al gruppo.