Economia

Eurozona: vola settore dei servizi

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ROMA (WSI) – Sono nel complesso positivi i primi dati sull’attivitĂ  del settore privato dell’area euro comunicati da quando la Bce ha annunciato che ricorrerĂ  alle armi pesanti, tra cui il potenziamento del programma di Quantitative Easing, che includerĂ  anche l’acquisto di bond societari, il taglio di tutti e tre i principali tassi di riferimento e secondo  piano di finanziamenti agevolati al settore bancario (TLTRO).

La prima a rendere noti i dati sull’attivitĂ  manifatturiera e del terziario dell’Eurozona è stata la Francia. Il settore privato ha chiuso il primo trimestre con segnali positivi. Pmi manifatturiero è salito a quota 50,8 in marzo dai 49,5 di febbraio, sui massimi di tre mesi.

Il settore dei servizi è cresciuto a 51,2 punti dai 49,2 di febbraio in Francia, ai livelli piĂą alti di cinque mesi. L’indice composito si è attestato a 51,1 punti dopo i 49,3 di febbraio: anche in questo caso si tratta dei massimi in cinque mesi.

Dopo la Francia è stata la volta della Germania, il cui Pmi ha offerto un quadro contrastato per la locomotiva economica dell’area euro. Se da un lato il settore dei servizi è volato a marzo, il manifatturiero ha accusato un marginale rallentamento. Preoccupano i segnali di indebolimento della domanda.

Germania, si preannunciano mesi difficili

Il Pmi manifatturiero si è infatti attestato a quota 50,4, in calo dal 50,5 di febbraio, ai livelli piĂą bassi da 16 mesi. Un livello superiore ai 50 punti indica comunque un’espansione dell’attivitĂ . Le notizie positive sono invece arrivate dal terziario, con il Pmi dei servizi che ha registrato un miglioramento a 55,5 punti dai 55,3 del mese precedente, issandosi ai massimi di tre mesi. L’indice composito è rimasto invariato a 54,1 punti.

Jack Kennedy, economista di Markit, la societĂ  che pubblica i dati sul Pmi in Eurozona, ha sottolineato come il settore privato francese sia riuscito a invertire rotta dopo il calo della produzione visto in febbraio.

“Gli ultimi dati mostrano una crescita generalizzata della produzione nel settore terziario e in quello manifatturiero, così come un miglioramento dell’ottimismo nei gruppi fornitori di servizi”.

Il commento di Oliver Kolodseike, anche lui economista di Markit, sui dati pubblicati in Germania, è molto più cauto.

“Sembra che l’economia tedesca sia destinata a perdere slancio nei prossimi mesi. La frenata della crescita dei nuovi ordini è stata accompagnata dall’espansione piĂą fiacca del lavoro arretrato dall’estate dell’anno scorso”.

Inoltre l’analista sottolinea che ci sono segnali di come il rallentamento della domanda stia influenzando negativamente il mercato del lavoro. Il tasso di creazione di posti di lavoro è vicino ai minimi di un anno.

Economia Eurozona riacquista vigore

Nel complesso i dati dell’ultimo mese del trimestre sono da giudicare positivamente. L’indice Pmi manifatturiero dell’area euro è infatti cresciuto a 51,4 punti a marzo, dai 51,2 di febbraio, toccando il livello piĂą elevato da due mesi a questa parte.

L’indice composito Pmi Flash che misura i cambiamenti dell’attivitĂ  dei paesi dell’Unione Europea è da parte sua salito a 53,7 da 53,0 di febbraio. Tali numeri rappresentano un’inversione di tendenza rispetto alle contrazioni viste nei due mesi precedenti.

Secondo Chris Williamson, chief economist presso Markit, “i dati di marzo mostrano come l’Eurozona stia dando nuovi segnali di vita. Il Pmi ha posto fine alla preoccupante tendenza al ribasso osservata durante i primi due mesi dell’anno, ponendo quindi la regione in corsa per un’espansione del Pil dello 0,3% nel primo trimestre”.

Se tutto va bene, dice sempre l’analista, “la crescita osservata a marzo dovrebbe incoraggiare la Bce ad adottare a breve nuovi stimoli per sostenere ulteriormente la crescita durante il secondo trimestre e fino all’estate”.