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Euro a rischio: l’Olanda e’ solo la prima pedina del domino

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New York – Il collasso del governo olandese mettera’ pressioni sulla Germania perche’ rinunci a sostenere la periferia. Se Sarkozy perde le elezioni presidenziali in Francia, in seno all’area core aumentera’ il numero di chi non intende continuare piu’ a offrire piani di salvataggio ai paesi in difficolta’ finanziarie.

Ad ogni modo, secondo gli analisti di Nomura, sara’ Berlino a decidere la linea da seguire. Tuttavia, i rischi crescenti di uno sconvolgimento degli equilibri non possono essere ignorati.

“Visti i nuovi sviluppi politici in Olanda, la ratifica del patto fiscale (Fiscal Compact) nel paese e’ in serio pericolo”, dice l’ultimo rapporto della banca. Anche se questo evento da solo non impedira’ al trattato fiscale di entrare in vigore in gennaio, danneggera’ enormemente la credibilita’ dello stesso e incoraggera’ altri paesi membri a fare lo stesso.

In particolare in Irlanda, che ha gia’ indetto un referndum il 31 maggio, e in Francia, dove il candidato socialista favorito per la vittoria al secondo e decisivo turno, François Hollande, ha gia’ preso l’impegno con i suoi elettori per rinegoziare il patto fiscale e improntare le riforme piu’ verso la crescita e meno verso l’austerita’. Un’idea che non e’ piaciuta ai mercati.

Una vittoria del centro sinistra complicherebbe il processo di approvazione del trattato, facendo tornare lo spettro del 2005, quando Olanda e Francia si opposero al trattato costituente dell’Unione Europea del 2005. Con il trattato sotto minaccia, le sfide interne in materia di area euro del cancelliere tedesco Angela Mekel si complicheranno.

“Come suggerito gia’ nel report del 13 aprile, Merkel potrebbe trovarsi circondata dalle pressioni in patria circa la rinuncia all’esborso di nuovi aiuti agli stati periferici in difficolta’, nel caso in cui ne avessero bisogno in futuro, aprendo potenzialmente la porta a un default disordinato sui pagamenti del debito e a un’uscita dall’Eurozona di chi non ce la fara’ da solo”.

Il premier olandese Mark Rutte e’ stato costretto a rassegnare le sue dimissioni ieri, dopo che il partito di estrema destra, che offriva un supporto esterno al governo, ha deciso di opporsi alle nuvoe misure di austerita’ per 16 miliardi.