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Banca Etruria: intercettazione rivela contatti Boschi su salvataggio

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“Se mio padre fosse stato davvero favorito sarei la prima a dimettermi. Ma sono state dette un sacco di falsità: è in corso un attacco politico contro il governo e la mia famiglia”: così affermava, di fronte al Parlamento, l’allora ministro Maria Elena Boschi in occasione del voto sulla mozione di sfiducia che, poi, la vide vincitrice con una maggioranza molto consistente.
Nuovi dettagli sul presunto conflitto di interesse della Boschi sul caso del salvataggio di banca Etruria, della quale il padre Pier Luigi era vicepresidente, sono ora emersi da alcune intercettazioni pubblicate dal Fatto Quotidiano.

Alla cornetta c’è proprio Boschi senior, ai tempi ancora attivo nell’amministrazione della banca aretina, a colloquio col dg di Veneto Banca, Vincenzo Consoli.

“Novità sul nostro fronte?”, chiedeva Consoli a Boschi nella sera del 3 marzo 2015, “Domani in serata se ne parla, io ne parlo con mia figlia, col presidente domani e ci si sente in serata” aveva risposto Boschi riferendosi a contatti diretti con la figlia Maria Elena e il presidente del Consiglio, Matteo Renzi.

All’epoca della conversazione, Banca Etruria era già stata commissariata da un mese da Pier Carlo Padoan, su proposta del governatore della Banca d’Italia. Dieci giorni prima, inoltre, era stato approvato il decreto sulla trasformazione in Spa delle banche Popolari.

Il nodo politico legato alle conversazioni fra i Boschi, concerne il fatto che, secondo quanto aveva comunicato il ministro, nessuna influenza sarebbe arrivata dalla parentela che legava Etruria a un ministro del governo.