Economia

Embraco: stipendi salvi per 1 anno. Ma a Torino scoppia un nuovo caso

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TORINO (WSI) – Continua a tenere banco la vertenza Embraco-Whirlpool e le trattative con il Ministero dello Sviluppo economico per evitare i 497 licenziamenti allo stabilimento di Riva di Chieri.

Secondo indiscrezioni, il ministro Carlo Calenda ha convocato questa mattina a Roma i vertici della multinazionale brasiliana che fa parte del gruppo Whirpool e i sindacati: l’azienda sarebbe  pronta a congelare i licenziamenti e a proporre alle parti sociali un piano che garantirebbe una boccata d’ossigeno fino alla fine dell’anno..

L’ipotesi più accreditata è evitare la cassa integrazione mantenendo gli addetti al lavoro, seppure con un orario part-time e una busta paga che però non verrebbe toccata.  Uno spiraglio quindi potrebbe aprirsi per l’azienda dei frigoriferi che però dovrà essere confermato oggi.

Per Embraco sembrava tutto perduto, ma si sono aperti dei canali grazie all’interlocuzione con l’azienda, al pressing sull’Ue e al fondo deciso dal Cipe. Rispetto ad una settimana fa la situazione resta molto difficile ma permette di avere delle possibilità che prima non cerano.

Così il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, a Torino per la campagna elettorale. Ma se per l’Embraco a Torino forse si può tirare un sospiro di sollievo, così non è  per i 400 occupati  del gruppo Italiaonline, che nella città della Mole ha acquisito tutte le attività della ex Seat- Pagine Gialle e che il 15 marzo potrebbe decidere la chiusura o il forte ridimensionamento degli uffici. Ieri infatti sono state licenziate due persone per ridimensionamento del ruolo, un cattivo segnale.

La decisione dell’azienda – scrivono Appendino e Chiamparino – ci lascia stupiti e amareggiati: il fatto che i vertici di Italiaonline non riescano a trovare questa settimana un’ora di tempo per un incontro chiesto a tempo debito dalle due principali istituzioni piemontesi è chiaramente un segnale di scarso rispetto, non solo per noi ma soprattutto per i lavoratori. Ribadiamo tutte le nostre preoccupazioni sul futuro degli uffici di Torino, preoccupazioni che l’azienda non deve ignorare”.