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Elezioni Francia: investitori ai ripari, vittoria Le Pen più probabile

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A meno di due settimane dal primo turno delle elezioni francesi, gli investitori continuano la corsa all’acquisto di strumenti finanziari in grado di metterli al riparo i guadagni che hanno interessato la Borsa francese, che viaggia sui massimi da oltre un anno. “Dopo le sorprese Brexit e Donald Trump, gli investitori non vogliono essere colti di sorpresa ancora una volta” dicono alcuni osservatori.

Il costo della copertura contro eventuali cali dell’ Euro Stoxx 50 Index è salito al livello più alto dal referendum delle Brexit, dai minimi di 15 mesi a cui viaggiava poco più di una settimana fa. Nel frattempo, anche se l’azionario resta stabile, l’indice di volatilità è salito per 10 giorni di fila, mettendo a segna la striscia più lunga da novembre.

Tutto questo sta succedendo per via dell’incertezza crescente sui risultati finali. Se è vero che Emmanuel Macron e Marine Le Pen sono ancora in testa nei sondaggi in vista del voto del 23 aprile, il candidato di estrema sinistra Jean-Luc Mélenchon sta guadagnando terreno.

“I sondaggi sono diventati meno affidabili e danneggiano anche la fiducia del mercato” ha detto Daniel Murray di EFG Asset Management’s. “Più ci avviciniamo alla data, più cresce la paura che venga eletta Le Pen “.

Ieri Goldman Sachs ha invitato i propri clienti a “stare corti” sui futures dei bond transalpini con scadenza a giugno, anche se ha ribadito come il suo scenario di base resti la vittoria di un candidato riformatore, come Emmanuel Macron o François Fillon. Se ciò accadesse, spiega, il mercato si sposterà verso i titoli “non core” e lo spread decennali tra i rendimenti francesi e tedeschi dovrebbero scendere a 30-40 bp dai 70 attuali.

Nel frattempo, anche guardando alla Borsa di Milano, il graficista Gaetano Evangelista, sottolinea che guardando al mercato delle opzioni, si scopre che la domanda di contratti put (che quindi scommettono su un ribasso del listino azionario) è su livelli record rispetto a quella dei contratti call.

Gli investitori istituzionali (si direbbe) hanno scambiato opzioni put in misura superiore a due volte rispetto alle call, in ben sei delle ultime 14 sedute: “un fenomeno talmente raro”, scrive l’analista, “che negli ultimi sedici anni è stato registrato in tutto soltanto altre due volte” a Piazza Affari.

Nonostante le preoccupazioni, gli analisti di Barclays credono che alla fine l’euro è destinato a rafforzarsi, visto che al momento sconta un eccesso di preoccupazione per i rischi politici. Gli esperti della banca vedono il cambio euro/dollaro a 1,03 a fine anno in salita a 1,05 agli inizi del prossimo.