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Egitto: carri armati davanti al palazzo presidenziale

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Il Cairo – Si teme che l’Egitto possa riprecipitare nel caos. A fare temere il peggio sono i continui scontri tra opposizione e sostenitori del presidente Morsi, che ieri hanno provocato almeno cinque morti.

Il dialogo civile tra gli schieramenti pare una possibilita’ sempre piu’ lontana, dopo il dispiegamento di carrarmati dell’esercito egiziano davanti al palazzo presidenziale.

L’esercito egiziano ha deciso di schierare carri armati attorno al Palazzo presidenziale del Cairo, dopo la battaglia scoppiata ieri e proseguita nella notte tra sostenitori e oppositori del Capo dello Stato Mohamed Morsi. La miccia che ha fatto esplodere la bomba e’ stata la proposta di quest’ultimo di varare un decreto per aumentare i propri poteri.

Stando a quanto verificato da un corrispondente della France presse, tre carri armati e tre mezzi blindati hanno preso posizione nei pressi dell’ingresso del palazzo, situato nel quartiere settentrionale di Heliopolis. Sono centinaia i sostenitori di Morsi presenti anche questa mattina per urlare slogan di sostegno al Presidente.

Almeno cinque manifestanti sono stati uccisi questa notte negli scontri tra sostenitori e avversari del presidente Mohamed Morsi al Cairo. Una vera e propria battaglia con bastoni, bombe molotov e lancio di pietre si è svolta attorno al palazzo presidenziale, mentre un quarto consigliere del presidente, Mohammed Esmat Seif Eddawla, ha rassegnato le dimissioni.

Il ministero della Sanità egiziano ha fatto sapere che più di 450 persone sono rimaste ferite negli scontri, proseguiti tutta la notte. Cinquanta persone sono state arrestate dalle forze dell’ordine. Sul loro profilo twitter, i Fratelli Musulmani, che sostengono Morsi, hanno definito i loro avversari nostalgici del regime di Mubarak, suscitando la rabbia dell’opposizione che ha lanciato accuse di “fascismo” ed ha parlato di “milizie islamiche”.

Ieri, in una conferenza congiunta, i leader dell’opposizione hanno rinnovato la richiesta al presidente di ritirare il decreto e di cancellare il referendum costituzionale fissato per il 15 dicembre. “Il regime perde legittimità giorno dopo giorno”, ha dichiarato Mohamed El Baradei, annunciando la disponibilità dell’opposizione a dialogare sulla nuova Costituzione, a condizione che Morsi ritiri il decreto.

Da parte sua, il vicepresidente egiziano ha ribadito nel primo pomeriggio che il referendum si terrà come previsto, invitando l’opposizione a presentare i propri emendamenti per cambiamenti da apportare dopo il voto.