Mercati

EFFETTO OTTOBRE: S&P – 2,1%, NASDAQ – 2,5%

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Borsa piagata dalle vendite, qualche operatore parla a New York di effetto Ottobre. Motivo? Il rialzo, nella sola seduta di oggi, di quasi l’1% dei tassi di interesse di mercato. Wall Street ha chiuso male. Peggio di tutti il Nasdaq, che ha accusato una perdita di 70,97 punti (- 2,47%) a 2.801,46. Lo S&P 500 ha lasciato sul floor 27,93 punti (- 2,13%) a 1.285.11. Il Dow ha perso meno di tutti gli altri indici: 184,90 punti (- 1,77%), finendo a quota 10.232, il minimo da molte settimane. Il fatto piu’ allarmante e’ che il calo in soli due giorni e’ stato per le blue chips di 416 punti.
A scatenare la massiccia, e costante, ondata di vendite e’ stato sopratutto il rialzo record dei rendimenti sul bond a 30 anni. Dopo quattro giorni consecutivi di aumenti, oggi il titolo del Tesoro Usa, che fa da benchmark per il sistema dei tassi di mercato, ha toccato quota 6,29%. Un livello che non si vedeva da quasi due anni.
Cio’ sta creando forti pressioni sul mercato azionario. Secondo i trader di New York lo smobilizzo parziale dall’azionario – perche’ l’obbligazionario e’ in questo momento piu’ remunerativo – potrebbe andare avanti per qualche tempo.
I titoli che soffrono di piu’ in una situazione come l’attuale sono quelli del comparto finanziario, delle vendite al dettaglio e dell’internet. Ma ad aumentare la pressione ribassista ci si e’ messo pure il risultato inferiore alle aspettative di Intel, che ha trascinato in giu’ l’intero settore tecnologico, l’unico che nelle ultime settimane aveva mostrato qualche segno di vitalita’.
”Non c’e’ stato panico”, spiega un analista, le vendite sono state insistenti, ma ordinate. Di fatto e’ mancata la controparte, cioe’ pochi operatori compravano in un mercato in pesante calo su tutti i fronti. Resta la preoccupazione che i prossimi giorni le notizie macroeconomiche possano non essere tutte positive (giovedi’ saranno comuicati i dati sulle vendite al dettaglio, venerdi’ i prezzi alla produzione). La paura dell’inflazione e’ gia’ registrata dal mercato obbligazionario. Ma se la Fed rialzasse i tassi per la terza volta alla luce dell’eccessiva forza dell’economia lo scenario peggiorebbe.
Circa le singole azioni, Intel (INTC) ha perso 4 e 9/16 a 72 e 1/8 (- 5,95%), per via dei 2 cents in meno di utile per azione rispetto a una stima di 55. L’autorevole analista della BancBoston Robertson Stephens, Daniel Niles, ha tagliato le stime sugli utili 1999 e 2000 per Intel. ”Viste le recenti notizie riguardanti IBM, HP, Savoir, BMC, Ceridian, SunGard e altri produttori di computer, sara’ difficile che le difficolta’ generali non si ripercuotano sulla redditivita’ di Intel”.
Di conseguenza anche altri produttori di microprocessori, come Motorola (MOT) oggi hanno chiuso la seduta con seri ribassi: Motorola e’ calata di 4 e 9/16 a 90 3/8, dopo aver annunciato risultati in linea con le aspettative di 53 cents ad azione. E nel settore informatico, altra fotografia non piacevole: IBM e’ calata di 4 e 3/4 (- 4,32%) a 105 e 1/4. Apple Computer (AAPL) e’ finita in calo di 3 e 21/32 (- 5,40%) a quota 64 e 1/32. Tra i finanziari Bear Stearns e’ stata la piu’ penalizzata, dopo aver annunciato profitti inferiori alle aspettative.