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EFFETTO INDICE:CHE SIGNIFICA ENTRARE NELLO S&P 500

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Dal giorno in cui, il 30 novembre scorso, la Standard & Poor’s annuncio’ che Yahoo! (YHOO) sarebbe entrata a far parte dell’indice S&P 500, da quel momento e la data effettiva d’ingresso, il 7 dicembre, il titolo del portale piu’ popolare del mondo ha guadagnato qualcosa come 136 dollari passando da 212 a 348 dollari, con un incremento record, in una settimana, superiore al 63%.

Secondo David Blitzer, managing director e chief investment strategist di Standard & Poor, quando un titolo viene compreso nell’indice S&P 500, si verifica una serie di fattori che ne fanno lievitare la quotazione.

Innanzitutto, i gestori dei 96 fondi Usa che scimmiottano l’indice, comprando per il loro portafoglio tutte e 500 le azioni dello S&P 500, inseriscono subito il nuovo titolo per mantenerne l’equilibrio, andando cosi’ ad assorbire circa l’8% delle azioni. Cio’ poi scatena la corsa dei ”day traders” che cercano di copiare i gestori dei fondi indicizzati, che a loro volta copiano l’indice stesso.

”Tale effetto si produce a ritmi sempre piu’ accelerati”, commenta Brad Pope, capo della divisione domestic indexing di Barclays Global Investors, ”e rende tutto piu’ difficile per gli investitori”. Questo meccanismo infatti non sembra seguire alcuna direttiva precisa, non c’e’ una regola sull’acquistare prima, dopo o il giorno stesso in cui il titolo e’ aggiunto al paniere.

Ma l ’effetto indice, per chi sa giocarlo, puo’ essere vantaggioso. La crescita media dei titoli aggiunti allo S&P 500, dalla data di annuncio a quella effettiva di ingresso, e’ stata infatti dell’8,1%. Il dato conferma anche l’eccezionalita’ del caso Yahoo!

Ma quale criterio segue la Standard & Poor’s (che fa parte del gruppo McGraw Hill) nella scelta dei nuovi titoli da inserire nell’indice?
Secondo David Blitzer, che e’ a capo del comitato di nove membri che decide l’ammissione allo Standard & Poor’s 500, le aziende devono essere ”leader” del proprio settore e aver dimostrato di essere relativamente stabili. Devono essere coinvolte inoltre in comparti in via di sviluppo ed aver registrato un alto volume di contrattazioni di borsa.

Ogni mese il comitato discute la possibile ammissione di una societa’ all’indice, tenendo conto anche dell’espulsione di aziende che non ne sono piu’ degne, per demerito (diventano marginali o non sono piu’ leader, o perche’ cessano esistere.

Prossimamente, la fusione di MCI WorldCom (WCOM) e Sprint (FON) potrebbe lasciare libera una posizione nell’indice, cosi’ come potrebbe accadere dopo l’acquisizione di Atlantic Richfield (ARC) da parte di BP Amoco (BPA). In quest’ultimo caso, BP Amoco non sostituira’ Atlantic Richfield come azienda facente parte dello S&P 500 perche’ non ha la sede negli Stati Uniti e l’indice non comprende societa’ non americane.

Per sostituire i titoli in uscita, Eric Teal, vice presidente per gli investimenti della sezione istituzionale di First Union (FTU) suggerisce per esempio E*Trade Group (EGRP), il ledaer dei broker online Usa, e Qwest Communications International (QWEST), una telecom molto aggressiva. Altri validi candidati potrebbero essere Harley Davidson (HDI), la nota casa produttrice di motociclette, e la catena di caffe’ e bar Starbucks (SBUX) che, sebbene non rappresentino gli stessi settori delle aziende in uscita dall’indice, sono sicuramente leader nei propri comparti.

Altro esempio. Se si considera che i titoli S&P 500 hanno un’alta capitalizzazione, 23,1 miliardi di dollari in media (oltre 40mila miliardi di lire), una societa’ che risponde a questo criterio e’ Veritas Software (VRTS), con una capitalizzazione di 27,3 milardi di dollari e una proiezione degli utili del 48% annuo per i prossimi 3-5 anni; inoltre Siebel Software (SEBEL), il cui prodotto CMR (customer relationship management) software ha visto un’enorme crescita della domanda grazie all’Internet e i cui utili dovrebbero aumentare di circa il 40,6% annuo.

Blitzer – naturalmente – non fa nomi. Ma lascia capire che se l’aggiunta di un altro titolo Internet e’ al momento improbabile (dopo Yahoo!), il prossimo cooptamento potrebbe deciso pescando dall’indice S&P Mid-Cap 400 (cosi’ come e’ accaduto per 29 delle 40 matricole di quest’anno).

Far parte del club dello S&P 500 quest’anno non ha pero’ portato molta fortuna ai titoli, dopo il loro ingresso nell’indice. Mediamente, il primo giorno di contrattazioni, le matricole dell’indice sono scese dello 0,7%, chiudendo i primi dieci giorni con un incremento marginale, +0,1%. Il primo giorno di contrattazioni Yahoo! ha perso addirittura l’8,2%. Certo, aveva guadagnato il 63% nella settimana precedente.