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Effetti collaterali delle droghe monetarie: Borse KO

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Tra gli effetti collaterali più pesanti che le droghe monetarie senza precedenti iniettate dalle banche centrali mondiali potrebbe esserci verosimilmente un improvviso ripiegamento dei prezzi di Borsa.

I money manager hanno un’esposizione media del 109% all’azionario, un livello che è considerato di rischio. Una simile fiducia nelle Borse è raro incontrarla. Mai nell’attuale lunga fase di mercato rialzista si era visto un livello di forza relativa degli indici azionari (RSI) così elevato come lo è ora.

Come spesso è stato sottolineato negli ultimi mesi l’indice della volatilità viaggia nel frattempo ai minimi storici. Il CBOE sull’S&P 500 (VIX), che viene soprannominato “indice della paura”, non è certo all’altezza della sua nomea.

La domanda che si pongono ora analisti di mercato e trader è: la fiducia riposta sull’azionario è giustificata? Nell’ultimo decennio, le banche centrali più influenti e potenti al mondo hanno stampato titoli del credito per poter comprare 14 mila miliardi di dollari di asset finanziari. L’effetto su immobiliare, bond e Borse è stato quello di un rialzo dei prezzi impressionante.

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Mercato del debito spazzatura su livelli “folli”

Da un altro punto di vista, tuttavia, il programma di quantitative easing (QE) e le altre misure straordinarie impiegate da Bce, Fed, Banca del Giappone, Banca centrale cinese e Banca d’Inghilterra, tutte volte a rilanciare le attività economiche e creditizie, hanno creato circostanze inverosimili e distorsioni di mercato eccessive.

Per esempio la banca nazionale svizzera è diventata il primo azionista di Apple con circa 20 milioni di titoli in portafoglio. La Banca del Giappone da parte sua detiene tre quarti dei fondi comuni giapponesi (ETF) in circolazione. In Europa sono i rendimenti dei “bond spazzatura” (ossia quelli con rating junk) a preoccupare, avendo raggiunto livelli simili a quelli dei sicuri titoli di Stato Usa.

Il colmo è che, per lo meno a giudicare dall’andamento dei mercati finanziari, nessun operatore di mercato sembra essere minimamente preoccupato da tali distorsioni. Al contrario: i gestori sono sovra esposti all’azionario. Secondo Gary Gordon di Pacific Park Financial, è probabile che assisteremo a un capitombolo del mercato obbligazionario “spazzatura” in Europa.

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