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Draghi non rinuncia a bazooka QE. Euro scivola sul dollaro

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Mario Draghi interviene al Parlamento europeo, nel corso di un’audizione alla Commissione economica e monetaria, e fa riferimento immediatamente al valore del Trattato di Maastricht. Il numero della Bce affronta diversi argomenti, difendendo le proprie scelte di politica monetaria, meritevoli di aver sostenuto la dinamica della crescita e anche dei prezzi dell’Eurozona.

Ma Draghi conferma, pur riconoscendo che l’inflazione ha rialzato la testa, che il bazooka della Bce, ergo il Quantitative easing non è in pericolo. A dispetto di chi già parla di tapering da parte dell’istituto. L’enfasi è inoltre sull’importanza dell’euro e dell’unità dell’Eurozona, così come di quella dell’ Unione europea.

“Sono felice di parlare di fronte a questa commissione alla vigilia del 25esimo anniversario della firma del Trattato sull’Unione europea, a Maastricht”.

Draghi definisce quella firma una decisione coraggiosa, che ha dato il via a “una nuova fase del processo di integrazione europea, gettando le basi dell’Unione economica e monetaria, e della Bce. Dieci anni dopo, i cittadini hanno iniziato ad avere euro nelle loro mani, e tale fattore ha contribuito in modo considerevole al rafforzamento di quell’impegno politico che continua a tenerci uniti da 60 anni“.

Draghi tende a mettere in evidenza i vantaggi dell’euro di cui, a suo avviso, l’intera Europa ha beneficiato:

“Con la moneta unica, abbiamo forgiato legami che sono sopravvissuti alla crisi economica peggiore dalla Seconda Guerra Mondiale. Questa è stata infatti la ragion’essere originale del progetto europeo: tenerci uniti nei momenti difficili, quando ogni cosa ci avrebbe tentati a scagliarci contro i nostri paesi vicini o a cercare soluzioni nazionali”.

Il numero uno della Bce parla di ripresa dell’Eurozona, facendo notare che:

“Negli ultimi due anni il Pil pro-capite è cresciuto del 3% in Eurozona, una crescita che ci vede bene rispetto alle altre economie avanzate. Il sentiment economico è al record in cinque anni. La disoccupazioneè scesa al 9,6%, al minimo dal maggio del 2009. E il rapporto debito-pubblico -Pil sta scendendo per il secondo anno consecutivo”.

Detto questo, Draghi è disposto anche ad aumentare il piano QE, in quanto il rialzo delle pressioni inflazionistiche sia a dicembre che a gennaio riflette largamente il traino arrivato dai recenti aumenti dei prezzi energetici”. L’inflazione core, segnala il banchiere, “rimane molto contenuta e si prevede un suo rialzo solo graduale”.

Immediata la reazione dell’euro, che sul Forex scivola ai minimi di una settimana nei confronti del dollaro.