Economia

Deutsche Bank in crisi: bocciata agli stress test della Fed

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Deutsche Bank bocciata agli stress test della Federal Reserve. La prima parte degli esami in cui era stata calcolata la generale resistenza delle banche a scenari recessivi si era conclusa con una promozione generale.

Ora arriva il secondo round degli esami condotti dalla banca centrale americana, in cui viene analizzata la qualità della gestione e dei piani di capitale: il test ha visto la promozione di dividendi e buyback proposti dalla grande maggioranza delle banche americane. E adesso, vista la performance negativa degli ultimi tempi – non oggi – in Borsa, il titolo Deutsche Bank rischia l’estromissione dall’indice paneuropeo EuroStoxx 50.

Complessivamente, 34 banche su 35 hanno ricevuto il via libera ai piani di capitale e potranno versare il 95% dei loro utili previsti. Ai piani alti troviamo Citigroup che  aumenta il dividendo del 41% a 0,45 dollari e annuncia un piano di buy back da 17,6 miliardi di dollari, JP Morgan che alza il dividendo del 43% a 0,80 dollari, Wells Fargo infine raddoppierà il suo buyback a 24,5 miliardi. Non vanno così bene le cose per Goldman Sachs e Morgan Stanley, che almeno per il momento non potranno aumentare il loro dividendo o i piani di buyback al di sopra dei livelli dello scorso anno.

La scure della Fed si abbatte invece sulla divisione statunitense della Deutsche Bank che non ha superato gli stress test per via di quelle che vengono definite “debolezze materiali e diffuse” nei controlli. Il titolo della banca, tuttavia, guadagna più del 3% oggi in Borsa, dopo che negli ultimi tempi è caduto vittima degli attacchi dei ribassisti. Secondo alcuni analisti citati da Reuters, le conclusioni a cui è giunta la banca centrale americana “non sono nulla di nuovo”. Goldman Sachs ha scritto in una nota ai clienti che i problemi della Fed con Deutsche Bank in Usa sono noti da tempo e non rappresentano una novità.

Nel suo esame qualitativo la banca centrale americana ha trovato ampie carenze nei sistemi interni di controllo e nei dati con la conseguenza che la divisone a stelle e strisce del primo istituto di credito di Germania dovrà rispettare dei limiti nei profitti che può rimpatriare in Germania. Dal canto suo la banca, in un comunicato, ha reagito ai risultati dicendo di aver fatto passi avanti nei controlli. Solo ieri la banca – che sconta il necessario processo di ristrutturazione – si è trovata sotto pressione negli scambi alla Borsa di Francoforte, tanto che il titolo ha segnato un tonfo del  5%, scendendo a un minimo storico di 8,76 euro.