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Deutsche Bank: default di questi bond fra un anno

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E’ in arrivo un nuovo ciclo d’insolvenze di high-yield bond? Alcuni segnali analizzati da Deutsche Bank suggeriscono di mantenere un certo livello d’attenzione, prevedendo il picco del ciclo di default fra il 2017 e il 2018. Com’era facile immaginare sono le società attive nei settori di petrolio e gas, duramente colpiti dai cali di prezzo delle relative commodity, a risultare le più vulnerabili. Gli analisti di Deutsche Bank, guidati da Oleg Melentyev identificano tre condizioni necessarie perché si possa davvero realizzare una catena d’insolvenze: “L’accumulo di debito eccessivo, preferibilmente di qualità in deterioramento, uno shock esterno di qualche genere e un deciso appiattimento della curva del reddito”.
Per il momento non ci sono ancora le evidenze di uno scenario di questo tipo, per cui prossimo ciclo di default, scrivono gli analisti, “non è dietro l’angolo”. Allo stesso tempo alcuni fattori si stanno muovendo nella direzione di un aumento dei rischi: i livelli di debito, infatti sono in crescita, mentre lo “shock esterno” potrebbe essere considerato nella forma dei bassi prezzi del petrolio.
Ma a questi segnali, scrive Deutsche Bank, si aggiunge un ulteriore campanello d’allarme: la performance inferiore alla media del mercato per quanto riguarda i titoli bancari. Prima degli ultimi tre cicli di default, compresi quelli del 2001 e del 2008, le azioni del comparto finanziario hanno sottoperformato l’indice S&P500 del 15-20% durante l’anno precedente al crash. Al momento tale categoria di titoli sta sottoperfomando circa del 10% l’indice dai livelli massimi raggiunti lo scorso agosto. E in particolare sono i titoli bancari ad aver soffrerto di più.

Nonostante queste note poco incoraggianti lo scenario prefigurato dalla banca tedesca è meno grave di quello sperimentato con l’ultimo ciclo di default: i default arriveranno al 4% delle emissioni, al 9% per quelle high-yield e all’11% per le società attive nei settori petrolifero e commodity. L’ultim picco dei default aveva raggiunto, invece, il 15%.

A bilanciare i rischi di una nuova ondata d’insolvenze intervengono le politiche monetarie accomodanti e gli stimoli fiscali dati da possibili investimenti pubblici: nel primo caso i costi di rifinanziamento delle imprese per onorare i debiti sarà ridotto, nel secondo lo stimolo alla domanda derivato dal settore pubblico darà uno slancio positivo ai profitti.

Fonte: Business Insider