Economia

Debito Usa, Congresso: in arrivo “catastrofe fiscale”

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WASHINGTON (WSI) – Un allarme arriva dal Congresso americano sul debito a stelle e strisce. Un rapporto del Cbo, l’ufficio di bilancio del Congresso Usa, rivela come in merito alle prospettive a lungo termine del budget americano, nei prossimi 30 anni il debito pubblico e il deficit saliranno a livelli vertiginosi, con il rapporto debito/Pil che potrebbe toccare il 150% entro il 2047.

“Una vera e propria catastrofe fiscale se l’attuale quadro della spesa pubblica rimane così invariato. Il debito federale in crescita nei prossimi decenni potrebbe danneggiare l’economia e limitare la futura politica di bilancio (…) La prospettiva di tale debito pone rischi sostanziali per la nazione”.

Così scrive il Cbo che cita l’aumento dei tassi di interesse come uno dei principali responsabili per l’aumento crescente del debito americano. La Federal reserve ha mantenuto infatti i tassi di interesse a bassi livelli da quando si è innescata la crisi ma ora è orientata per un aumento graduale nel prossimo anno.

Secondo il rapporto dell’ufficio di bilancio del congresso Usa, all’aumento del deficit si aggiunge il carico del debito per cui il governo sarà costretto ad effettuare prestiti a tassi alti al fine di coprire le spese che supereranno i rincari. A ciò si aggiunge il fatto che gli investitori potrebbero diventare meno propensi a finanziare prestiti federali a meno che non siano compensati con rendimenti elevati. Se così fosse, i tassi di interesse sul debito federale aumenterebbero bruscamente, aumentando al tempo stesso il costo del debito pubblico, che a sua volta ridurrebbe il valore di mercato dei titoli di Stato in circolazione  da qui gli investitori avrebbero perdite.

Perdite che si ripercuoteranno sui fondi comuni di investimento, fondi pensione, compagnie assicurative, banche e istituti finanziari che potrebbero arrivare anche a fallire creando così un’enorme crisi fiscale.

Da qui il consiglio per livellare deficit e debito: ristrutturare il debito, ossia cercare di modificare i termini contrattuali esistenti, usare la politica monetaria per aumentare l‘inflazione al di sopra delle aspettative, adottare grandi tagli di spesa o aumenti delle tasse.