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Dazi Usa: legge punta a colpire Huawei e ZTE, hi-tech in rosso

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Un gruppo di progetti di legge bipartisan depositato al Congresso Usa punta colpire, citandole esplicitamente Huawei e ZTE. Il nome: Telecommunications Denial Order Enforcement Act. Due società tecnologiche cinesi finite nel mirino dell’amministrazione Usa, per ragioni diverse, ma egualmente funzionali a imporre una stretta ai danni “di chi non rispetta le leggi americane”.

Se il disegno di legge dovesse essere approvato, tutte le società di telecomunicazione che violano sanzioni Usa o i controlli sulle esportazioni non potrebbero più acquistare chip made in Usa. Una mossa che creerebbe una frattura nella supply chain delle due compagnie. ZTE e Huawei sono state entrambe accusate, in precedenza, di mancato rispetto delle sanzioni statunitensi imposte sull’Iran.

“Huawei è effettivamente un braccio di raccolta di informazioni del Partito Comunista Cinese il cui fondatore e Ceo era un ingegnere per l’Esercito popolare di liberazione”, ha scritto il senatore repubblicano, cofirmatario delle proposte di legge, Tom Cotton (in foto), “se le compagnie di telecomunicazioni cinesi come Huawei violano le nostre sanzioni o le leggi sul controllo delle esportazioni, non dovrebbero ricevere nulla di meno della pena di morte”. Le proposte di legge sono state depositato poco prima di un nuovo scandalo su Huawei, sospettata di aver rubato segreti commerciali a danno di gruppi statunitensi come la compagnia telefonica T-Mobile.

ZTE, da parte sua, aveva conquistato l’attenzione dei media nel 2018, quando accettò di pagare una penale da un miliardo di dollari, per aver violato le sanzioni Usa sull’Iran.

“Huawei e ZTE sono due facce della stessa medaglia “, ha dichiarato un altro dei firmatari del disegno, il senatore democratico Chris Van Hollen, “entrambe le società hanno ripetutamente violato le leggi statunitensi, rappresentano un rischio significativo per gli interessi della sicurezza nazionale americana e devono essere ritenute responsabili. Dobbiamo combattere il furto della Cina verso la tecnologia avanzata degli Stati Uniti e la loro sfacciata violazione della legge statunitense “.

Il commento del ministero degli Esteri cinese non si è fatto attendere: “Basta con l’isteria che ha portato a questo disegno di legge”.

Le rinnovate tensioni hanno depresso il sentiment degli investitori a Wall Street. Il timore è che la legge possa compromettere i colloqui tra le due potenze economiche mondiali proprio prima della visita in America del vice premier cinese Liu He a Washington prevista questo mese.