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Crisi migranti: Austria vuole schierare polizia ed esercito

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NEW YORK (WSI) – Duecentocinquanta poliziotti in servizio al Brennero, una recinzione lunga 370 metri che verrà utilizzata solo in caso di necessità e la possibilità di schierare anche l’esercito. Sono queste le misure annunciate a partire da giugno dall’Austria per far fronte all’emergenza migranti. Non finisce qui. Vienna chiede inoltre di poter effettuare controlli a bordo dei treni già in territorio italiano, a Fortezza.

“L’allestimento di una recinzione sul confine italo-austriaco al Brennero dipende dall’Italia”, ha detto il capo della polizia tirolese Helmut Tomac, che aggiunge. “In vista dell’imminente incontro dei ministri Sobotka e Alfano a Roma, sono stati rinviati i lavori di allestimento”.

Come dicevamo, i controlli al Brennero prevedono una rete lunga 370 metri, senza filo spinato. Non sarà dunque “un muro” come lo definiscono polemicamente i media italiani. “Si tratta di una normale recinzione e non di un filo spinato. Sarà allestita solo se necessario in caso di massiccio arrivo di migranti”, ha spiegato ancora il capo della Polizia tirolese. Nel frattempo quello che si sa è che uno spartitraffico che si trova nel passo del Brennero, in provincia di Bolzano, è stato abbattuto.

La struttura portante, ha spiegato, sarà allestita prossimamente ma la rete vera e propria sarà “attaccata” solo in caso di bisogno. “L’Austria non intende isolarsi ma incanalare gli eventuali flussi di migranti”. Tomac si è detto fiducioso sul fatto che la recinzione possa essere evitata.

Violati gli accordi di Schengen

Quello che non dice è che si tratta di un passo indietro clamoroso e preoccupante rispetto agli accordi di Schengen per la libera circolazione delle persone, uno dei trattati fondatori dell’Unione Europea.

Immediata la reazione del premier, Matteo Renzi. “L’ipotesi di chiudere il Brennero è sfacciatamente contro le regole europee, oltre che contro la storia, contro la logica e contro il futuro”, scrive nella sua newsletter Enews.

“Confidiamo che Vienna non prenderà decisioni unilaterali nei prossimi mesi. E che l’Austria continuerà a collaborare strettamente con noi nella crisi dei profughi”, gli ha fatto eco a questo proposito il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni in un’intervista al quotidiano austriaco Die Presse.