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Crisi finanziaria: la necessità aguzza l’ingegno

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Crisi finanziaria: La necessità aguzza l’ingegno

La crisi finanziaria su scala planetaria sembra essere, insieme al terrorismo, l’emergenza del terzo millennio.

Come è sempre avvenuto nella storia, le scoperte più importanti, quelle che hanno cambiato radicalmente la nostra vita – pensiamo all’atomica nella seconda guerra mondiale – ovvero all’uso  dell’atomo che se ne è fatto in ambiti civili, nella produzione di energia e quant’altro.

Voglio partire da questa premessa per dire che forse, anche in situazioni di difficoltà come quelle che stiamo vivendo da una decina di anni, ahimè, non del tutto superate, non tutti i mali vengono per nuocere.

Questo, evidentemente, nella misura in cui si riesca a fare tesoro degli errori commessi, dalla eccessiva deregolamentazione di sistema all’approssimazione e superficialità dei controlli messi in campo per contrastare gli abusi.

Abusi, beninteso tanto diffusi quanto semplici: bilanci falsi, patrimoni fittizi, perdite sottostimate, credito allegro, sofferenze certe, acclarate e non documentate, attività inesistenti, solidità patrimoniale incerta  e, alla fine, per come si è visto, fallimenti sicuri e risparmiatori truffati.

Detta così, a forma di menù del malaffare,  sembra leggere una saga del maialino.

Questo è accaduto e così non sarebbe stato, se avessero funzionato anche solo al 50% gli alert di sistema – interni ed Istituzionali – le tragedie che abbiamo vissuto, i cui effetti avranno un seguito per i prossimi decenni sarebbero state scongiurate.

Si è trattato di una crisi di sistema a fronte di regole, sia pure esistenti, ma sistematicamente violate e oggi speriamo non impunemente.

Adesso, sperando che la “nebbia” non prenda il sopravvento sul  lavoro della istituenda Commissione Parlamentare d’inchiesta sulle banche, anche perché arriva l’autunno, la stagione delle piogge, siamo tutti in attesa di conoscere le “cause endogene al sistema” o, ancora peggio “esogene” se parliamo della cattiva politica, della quale siamo avvezzi da troppi decenni.

Ma soprattutto, vogliamo sapere perché la Repubblica non ha esercitato quel dovere previsto dal 1° comma dell’art.47 della Costituzione più bella del mondo, certificato finanche dall’accozzaglia del 4 dicembre 2016.

In attesa del prossimo scandalo proviamo a fare tesoro dell’esperienza acquisita, magari chiamando anche qualche risparmiatore truffato a riscrivere qualche regola: sarebbe un contributo qualificato e soprattutto gratuito!