Economia

Corte Ue: “Italia recuperi l’ICI non versata dalla Chiesa”

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Lo Stato deve recuperare l’Ici non pagata alla Chiesa. A stabilirlo i giudici della Corte di giustizia dell’Unione europea che hanno così annullato la decisione della Commissione del 2012 e la sentenza del Tribunale Ue del 2016 che avevano sancito “l’impossibilità di recupero dell’aiuto a causa di difficoltà organizzative” nei confronti degli enti non commerciali, come scuole, cliniche e alberghi.

Il caso ha origine dal ricorso presentato dalla scuola elementare Montessori di Roma contro la sentenza di primo grado del Tribunale Ue del 2016, che aveva ritenuto legittima la decisione della Commissione europea di non recupero della tassa sugli immobili  nei confronti di tutti gli enti non commerciali, sia religiosi sia no profit. Una cifra che, secondo stime dell’Anci, si aggira intorno ai 4-5 miliardi di euro. Secondo la Commissione l’Italia non poteva recupere le tasse non pagate del periodo compreso tra il 2006 e il 2011, un recupero a detta di Bruxelles  “oggettivamente” impossibile, sulla base dei dati catastali e delle banche dati. Da qui il ricorso della scuola Montessori alla Corte di giustizia che ha annullato sia la decisione della Commissione europea che la sentenza del Tribunale Ue, spiegando che tali circostanze costituiscono mere “difficoltà interne” all’Italia, “esclusivamente ad essa imputabili”, non idonee a giustificare l’emanazione di una decisione di non recupero.

La Commissione europea avrebbe dovuto esaminare nel dettaglio l’esistenza di modalità alternative volte a consentire il recupero, anche soltanto parziale, delle somme.

Così si legge nella sentenza, definita storica dall’avvocato Edoardo Gambaro che, assieme all’avvocato Francesco Mazzocchi, ha presentato il ricorso, parlando all’Ansa.

E ora, se l’Italia non dovesse recuperare gli aiuti, si aprirebbe la via della procedura di infrazione, con altri costi a carico dei cittadini. La Commissione sarà obbligata a dare seguito alla sentenza, emanando una nuova decisione e valutando, insieme allo Stato italiano, le modalità di recupero delle imposte non riscosse per lo meno dal 2006.