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Corsa agli sportelli a Hong Kong, paura per riconoscimento facciale

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A Hong Kong è in atto una corsa agli sportelli dopo che le autorità locali della vicina Macao hanno imposto un giro di vite sui trasferimenti di denaro illegali ricorrendo a tecnologie in stile Minority Report. D’ora in avanti chi vorrà prelevare soldi agli sportelli del bancomat di Macao dovrà infatti essere sottoposto a un riconoscimento facciale.

L’introduzione del giro di vite, ufficialmente stabilito per intensificare la lotta al riciclaggio di denaro, ha effettivamente ridotto il numero di prelievi di denaro ai bancomat della regione amministrativa cinese, una mecca per gli appassionati di casinò e gioco d’azzardo, situata sul lato ovest del delta del fiume delle Perle, al confine con Hong Kong.

Il provvedimento ha spinto i clienti della banca UnionPay a prelevare in massa i loro risparmi dai propri conti e carte di credito. Come riportato dal giornale South China Morning Post, dall’anno scorso Hong Kong ha intrapreso delle misure restrittive con l’obiettivo di impedire una fuga di capitali iniziata con il calo progressivo dello yuan.

Su base annuale i cittadini dell’isola stato, uno dei centri finanziari più grandi al mondo, possono prelevare fino a 100 mila yuan (117 mila dollari di Hong Kong) in contanti depositati all’estero e autorizzare la banca ad accettare ordini di addebito in valuta straniera pari a fino a 50 mila dollari americani. I clienti che dispongono di una carta di credito presso UnionPay possono prelevare sino a 10 mila yuan al giorno per ogni carta in loro possesso.

Per aggirare i controlli di capitale, alcuni clienti si stanno servendo di una carta di credito diversa in modo tale da poter prelevare denaro agli sportelli del bancomat. Questo fenomeno ha spinto le autorità di Macau a intervenire e introdurre il sistema di controllo con riconoscimento facciale, una tecnologia di intelligenza artificiale in grado di verificare l’identità di una persona.

A Macau, che come Hong Kong è una regione amministrativa speciale della Cina, la tecnologia consente di monitorare e tenere traccia dei flussi di capitale in entrata e in uscita dalla Cina, individuando così possibili schemi di riciclaggio di denaro. La rete bancaria della cinese UnionPay è la prima a utilizzare un software del genere, che sarà istallato in tutti i 1.200 bancomat della città.

Anche se ufficialmente la misura restrittiva e distopica viene giustificata citando il tentativo di diminuire gli episodi di criminalità finanziaria, in realtà la Cina ha un solo obiettivo in testa: quello di poter continuare liberamente e senza intoppi la sua politica di svalutazione massiccia dello yuan.