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Corea del Nord: pronto un altro “pacco regalo”, anche per l’Europa

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La Corea del Nord ha minacciato ancora una volta gli Stati Uniti, mentre la Francia ha avvertito che l’Europa potrebbe essere presto colpita dai missili di Kim Jong Un. I missili nordcoreani potrebbero essere in grado di raggiungere l’Europa “prima del previsto”, secondo quanto riferito dalla responsabile francese della Difesa, Florence Parly. Parlando davanti a un gruppo di militari a Toulon, Parly ha detto che “Lo scenario di una escalation verso un grande conflitto non può essere scartato”..

L’ambasciatore nordcoreano alle Nazioni Uniti ha detto che Pyongyang è pronta a inviare “altri pacchi regalo” agli Stati Uniti, mentre le potenze mondiali stanno cercando una risposta ai nuovi test nucleari del regime. L’idea è quella di varare la misura punitiva più estrema contro Pyongyang, ma ci sono divisioni su alcuni aspetti come per esempio l’embargo petrolifero. Trump intanto ha deciso di armare con mezzi militari sofisticati Giappone e Corea del Sud.

Il presidente russo Vladimir Putin, tuttavia, ritiene che le sanzioni non serviranno a nulla, e che la Corea del Nord “preferirà mangiare erba” piuttosto che rinunciare al programma nucleare. Il leader del Cremlino, che definito i test missilistici una flagrante violazione delle risoluzioni Onu, ha ribadito il concetto secondo cui il conflitto va risolto seguendo la via diplomatica. Per UBS le possibilità che scoppi un conflitto militare maggiore sono salite al 10-20%.

Sui mercati dopo che il Dow Jones perso più di 1% (era successo solo altre tre volte in tutto il 2017) i timori legati all’intensificarsi della crisi geopolitica nella penisola coreana stanno favorendo i beni rifugio. Una tendenza al flight-to-quality favorisce asset come Titoli di Stato Usa, oro e yen. L’azionario in Asia è invece stato messo sotto pressione anche nonostante i fondamentali delle società quotate siano considerati buoni.

“Le valutazioni dei titoli giapponesi sono a buon mercato e i fondamentali delle aziende non sono malvagi, ma gli investitori stranieri ritengono che le azioni giapponesi stiano perdendo interesse perché sono sensibili ai rischi legati all‘Estremo Oriente”, dice a Reuters Norihiro Fujito, senior investment strategist di Mitsubishi UFJ Morgan Stanley Securities.

“Ci si attende che la Banca del Giappone comprerà ETF (exchange-traded fund, fondi comuni) se il mercato cadrà, ma le vendite degli stranieri sarebbero così estese da controbilanciare l‘operazione”. La Banca centrale del Giappone ha acquistato fondi ETF per 147,8 miliardi di yen negli ultimi due giorni. Il tutto mentre da cinque settimane gli investitori stranieri risultano venditori netti di titoli giapponesi, per una somma complessiva pari a 790,9 miliardi di yen.