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Conti JP Morgan deludono e Dimon se la prende coi politici Usa, cui intima di “crescere”

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Dopo Citigroup anche i conti fiscali di JP Morgan deludono e l’amministratore delegato del colosso bancario, che stava per diventare Segretario del Tesoro Usa due anni fa, se l’è presa con la classe politica, rea di aver contribuito alla formazione di un contesto sfavorevole.

Il riferimento è allo shutdown e alla guerra commerciale con la Cina. L’invito ai politici di JP Morgan, che ha registrato un utile per azione pari a 1,98 dollari nel quarto trimestre dl 2018, meno dei 2,21 dollari di EPS previsti, è quello di “crescere” e mettersi a cooperare anziché darsi battaglia sul bilancio.

Le turbolenze di mercato e le incertezze politiche sembrano aver avuto un impatto negativo sulle attività della big di Wall Street, il cui utile netto si è contratto di ben il 15% nell’ultimo quarto dell’anno, in parte a causa della debolezza della divisione obbligazionaria (bond trading). I ricavi del settore sono stati pari a 1,9 miliardi di dollari, meno del consensus che era per $2,3 miliardi.

L’AD Jamie Dimon ha ammesso che è stato un trimestre difficile, visti i cali del mercato finanziario e l’elevata volatilità e l’effetto che questi elementi hanno avuto sui profitti di JP Morgan.

Con lo shutdown, ossia l’interruzione parziale delle attività federali Usa, che è al suo 25esimo giorno di vita (il più lungo della storia americana), Dimon ha esortato Capitol Hill a fare di più per dare slancio all’economia. Anche perché il perdurare dello stallo politico, unito a una debolezza fisiologica dell’attività nel primo trimestre, rischia di far sprofondare gli Usa in recessione già da questo trimestre. Queste sono per lo meno le stime del chief economist di Pantheon Ian Shepherdson.

“Lanciamo un appello ai nostri leader perché assumano toni collaborativi e costruttivi che rafforzino ulteriormente il sentiment di aziende e consumatori. Governi, imprese e comunità devono lavorare fianco a fianco per risolvere i problemi e contribuire a rafforzare l’economia a beneficio di tutti”.

Il portavoce parlamentare ha chiesto che le urne vengano aperte nella mezzanotte di domani. L’appuntamento politico ricorda da vicino quelli che hanno caratterizzato l’ultima crisi dell’euro.