Economia

Con Trump titoli di Stato diventano una bomba a orologeria

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

NEW YORK (WSI) – I titoli di Stato rischiano di subire una crisi di liquidità senza precedenti. Lo si è visto già nel giorno immediatamente successivo alla vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali americane. Gli investitori internazionali nel mercato dei Bond Usa hanno perso nel complesso 337 miliardi di dollari in un giorno, come effetto dell’improvviso rialzo dei tassi.

Il rendimento del titolo governativo americano è balzato di 20 punti base mercoledì, l’incremento più accentuato da luglio 2013. Al momento quota 2,09%, lo 0,03% più in alto del livello toccato alla chiusura del giorno prima. Ma perché i tassi salgono? Il mercato teme il protezionismo in materia commerciale e l’espansionismo monetario in materia fiscale promessi da Trump.

In un contesto di nervosismo ed incertezza come quello creatosi dopo l’esito contro pronostico delle elezioni, difficilmente le banche centrali adotteranno a breve strategie di uscita dalle loro politiche espansive e anzi, continueranno ad acquistare bond a ritmi folli, arrivando – si stima – a possedere fino al 70% dei titoli governativi.

Dai calcoli effettuati da Fidelity emerge un quadro preoccupante, sinonimo di un mercato distorto. Agli investitori “comuni” non rimarranno che le briciole. Come scrive anche il quotidiano di Borsa Lombard Report è una “bomba” a orologeria “pronta a esplodere” nel giro di qualche anno.

Il primo consiglio degli esperti è dunque quello di mantenere la massima cautela sull’obbligazionario (“piedi di piombo”) in un quadro di tassi in crescita e mancanza di liquidità. Sebbene non sia affatto certo il rialzo del costo del denaro della Federal Reserve, i rendimenti hanno ripreso a salire da un po’ di tempo e ieri i Treasuries Usa hanno superato addirittura il 2% sulla scadenza di riferimento del decennale.

Perché questo rialzo improvviso dei tassi?

Non sono arrivate novità di politica monetaria, tuttavia e, anzi, la sensazione è che il rialzo dei tassi della Fed verrà rimandato dopo la vittoria contro pronostico di Trump (l’imprevedibilità fatta a persona) alle elezioni dell’8 novembre. Ora gli operatori scommettono che le chance di una stretta monetaria, la seconda in dieci anni di tempo dopo quella di dicembre 2015, si siano ridotte al 50% circa.

La paura dei mercati è che durante una presidenza Trump il dollaro ne esca indebolito e che le sue misure di imposizione di barriere doganali e di aumento degli investimenti pubblici provocheranno un incremento dei livelli di inflazione. È peraltro una soluzione comoda per poter mettere un freno all’enorme debito pubblico americano, che è destinato a gonfiarsi ancora visti i programmi di espansione fiscale (tagli alle tasse) e investimenti pubblici nelle infrastrutture studiati dal neo eletto presidente Repubblicano.

In Europa, anche il tasso sui Bund decennali si è rafforzato ultimamente: in poche settimane è passato da -0,145% a +0,245%. Il tutto nonostante l’esito choc delle elezioni presidenziali, che ha avuto un effetto traumatico soltanto per qualche ora.

Al Btp italiano sta andando ancora peggio – e infatti lo Spread tra Btp e Bund si sta allargando. I future sono scesi dai 146,3 punti di metà agosto a quota 137,3, con i titoli a lungo termine superiori ai dieci anni che sono i più in crisi.

L'elezioni di Trump ha portato a un improvviso rialzo dei tassi dei Bond Usa
Investitori globali hanno perso 337 miliardi di dollari in un giorno solo: quello dell’esito delle elezioni presidenziali Usa