Economia

Con rialzo tassi Yellen corre rischio maggiore dal 1987

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La Federal Reserve ha alzato i tassi di interesse di 25 punti base allo 0,75-1% nella riunione di marzo. Sono poche le novità emerse in una ‘stance’ più da colomba del previsto (3 rialzi nel 2017 e non una revisione a 4), senza grandi cambiamenti di opinione da parte della banca centrale sullo stato dell’arte e sui rischi per l’economia Usa. Del board di politica monetaria solo l’esponente Neel Kashkari della Fed di Minneapolis ha dissentito. È la prima volta dal 2006 che la banca centrale americana impone una duplice stretta monetaria in tre mesi. Da quell’anno a oggi i rialzi dei tassi sono stati solo tre negli Stati Uniti. La Fed è l’unica banca centrale del mondo industrializzato ad aver apportato una stretta anziché un allentamento.

Il rialzo dei tassi era largamente atteso, ma questo non vuol dire che sia giustificato. La crescita dei salari orari è ancora debole e se le previsioni sul Pil nel primo trimestre si riveleranno corrette, queste dicono che sarà il periodo con la situazione economica più debole in cui è stato alzato il costo del denaro dal 1987. Secondo le proiezioni della Fed di Atlanta la crescita del Pil della prima economia al mondo sarà soltanto dello 0,9% nei primi tre mesi dell’anno. Le stime sono state riviste oggi al ribasso dello 0,3% rispetto alle previsioni antecedenti (+1,2%).

La banca centrale Usa ha fatto sapere che ci saranno altri due rialzi dei tassi quest’anno, tre in tutto, ma i mercati si aspettavano l’asticella venisse alzata a quattro rialzi ed ecco che i ribassisti sui Bond sono rimasti bruciati; i future sui Fed Funds ne scontano per ora soltanto un altro a settembre. Per l’esattezza, a giudicare dalla mediana delle previsioni della Fed, la banca vede tre o più rialzi dei tassi in totale quest’anno.

Nella conferenza stampa successiva alla decisione sui tassi, la presidente Janet Yellen ha definito “graduale” il ciclo dei rialzi dei tassi previsto e ha fatto sapere che il board non ha discusso eventuali cambiamenti alla strategia monetaria. I future sui Fed Funds prezzano solo un altro rialzo dei tassi quest’anno, a settembre 2017, ma alcuni analisti come quelli di JP Morgan e Mohamed El-Erian, consulente di Allianz, puntano su almeno 3-4 strette monetarie nel 2017.

Fed: altri due rialzi tassi nel 2017, mercato ne sconta uno

Dal punto di vista prettamente economico, il board ha sottolineato che l’inflazione è vicina all’obiettivo “simmetrico” e che il mercato del lavoro si sta rafforzando. I dati sulle assunzioni sono stati definiti “solidi”. Il problema riguarda piuttosto i salari orari e quanto questa persistente debolezza del trend potrebbe influire sui consumi, ma il comitato di politica monetarie sembra voler soprassedere e concentrarsi su altri dati macro. La Fed vede un tasso di disoccupazione al 4,7%. In dicembre era visto al 4,8%.

Per quanto riguarda le aspettative, la Fed ha rimosso la parola “solo” dalla frase secondo cui l’economia Usa si svilupperà in un modo che garantisce “solo incrementi graduali” dei tassi. Sul fronte dell’inflazione, i prezzi al consumo ‘core’ – depurati da componenti volatili come cibo ed energia – sono stati poco variati negli ultimi mesi. La politica monetaria sosterrà ulteriori rafforzamenti nel mercato del lavoro e un ritorno dell’inflazione sul 2%. Detto questo l’inflazione dovrebbe stabilizzarsi intorno al 2% nel medio termine. Prima la Fed diceva che i prezzi al consumo sarebbero saliti al 2%. Ora la banca centrale dice che l’inflazione si sta muovendo sempre più vicino all’obiettivo del 2%.

In un contesto quasi surreale, sembra insomma che peggio vada l’economia e più alte siano le probabilità di un rialzo dei tassi. Il tasso neutrale, visto intorno all’1%, è più basso come conseguenza dell’onda lunga della grande crisi finanziaria del 2007-2008, secondo quanto riferito da Yellen ai giornalisti in conferenza stampa. Yellen ha comunque ammesso che l’outlook economico è “altamente incerto”.

Rialzo tassi: le banche le più premiate in Borsa

Al momento sui mercati l’indice S&P 500 guadagna terreno, prendendo slancio. Prima della decisione faceva +0,35% ora fa +0,66%. Il Dow Jones guadagna più di mezzo punto percentuale. Nel più classico ‘buy the rumors, sell the news’, l’indice settoriale bancario Usa ha visto ridotti i guadagni dopo che la Fed ha agito. Un aumento dei tassi si dovrebbe tradurre in un incremento della redditività per le banche.

I titoli del settore sono stati, senza grandi sorprese, i grandi vincitori in Borsa da quando la Fed ha iniziato a imporre strette monetarie, ma il comparto è stato senza dubbio aiutato anche dalle promesse in materia di riforme e de-regulation di Trump.

Il rendimento del decennale del Tesoro scambia in calo di 3 punti base al 2,57%, mentre quello a 2 anni rende l’1,33% (meno 4 punti base) e quello sul cinque anni perde 9 punti base al 2,51%. Gli investitori dell’obbligazionario si aspettavano toni più da falco come dimostrano i record dei tassi a inizio settimana. Sul valutario il dollaro Usa accelera al ribasso e ora perde circa lo 0,8% a 1.237,43 punti (Bloomberg Index) mentre prima della decisione della Fed cedeva lo -0,34% contro un paniere di valute rivali.

Antoine Lesné, strategist per l’area EMEA di State Street Global Advisors, ha osservato come l’incertezza sulle politiche fiscali di Trump ponga “ancora alcuni rischi di breve termine. Dovremo aspettare ulteriori rilevazioni di dati per poter prevedere un percorso più aggressivo che includa altri due potenziali aumenti dei tassi nel 2017. Questo potrebbe portare a un irripidimento nella prima parte della curva (da due a cinque anni), con i rendimenti delle obbligazioni a due anni che potrebbero crescere leggermente meno di quelli dei bond a cinque anni”.

 

Lo schermo dei dot plot della Fed, cruciale per stabilire le prossime strategie di politica monetaria della Fed, somiglia molto a quello di dicembre. Si tratta delle proiezioni dei 16 membri del FOMC (il braccio di politica monetaria Usa) e aiuta a comprendere cosa pensa la Fed della situazione futura e di quanti rialzi dei tassi e quando questi avverranno.