Economia

Ue stronca governo: deficit Pil al 2,9% nel 2019

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Come anticipato questa mattina dalla stampa, la Commissione europea allunga un’ombra sulla crescita italiana e sulla tenuta dei conti pubblici.

Nell’ambito delle previsioni di autunno diffuse oggi, l’esecutivo Ue vede nel 2019 il rapporto deficit/Pil dell’Italia balzare al 2,9% nel 2019 in salita rispetto il 2% fotografato dalle stime di primavera dello scorso maggio, prima dell’insediamento del nuovo governo, e ben oltre il 2,4% ipotizzato dal governo Lega-M5s. Nel 2020, l’Italia, stando all’esecutivo Ue, sfonderà il fatidico tetto del 3%, raggiungendo il 3,1%.

La Ue precisa che tale cifra non tiene in considerazione la clausola di salvaguardia, cioè l’aumento dell’Iva, data la “sistematica sterilizzazione”.

Visione più pessimista anche sulla crescita. Le previsioni Ue tagliano la dinamica del Pil del 2018 da 1,3% a 1,1%, e ritoccano quello 2019 da 1,1% a 1,2%  comunque sotto il +1,5% messo in conto dall’esecutivo. L’alto debito italiano rimarrà stabile attorno al 131% su tutto il periodo delle previsioni” cioè 2018, 2019 e 2020

Allargando lo sguardo all’intera zona euro, secondo i dati della Commissione, l’Italia l’anno prossimo sarà il Paese con la crescita più bassa dell’intero blocco e il secondo Stato membro con deficit e debito più alti.

‘Finora non c’e’ stato alcun effetto di contagio derivante dal notevole aumento dei rendimenti dei titoli sovrani italiani’ ha intanto detto il commissario agli affari economici Pierre Moscovici, presentando le previsioni economiche d’autunno.

Moscovici ha specificato che “l’Italia non è stata oggetto di trattamenti speciali” e ribadendo “l’imparzialità degli uffici  tecnici della Commissione”.

E quindi spiega come la differenza sul deficit si basi su importi minori del gettito pubblico (derivanti dalla minore crescita) e spese maggiori in diverse categorie, “soprattutto il rimborso del debito” prevedendo tassi sui Btp decennali al 3,7% contro il 3,3% del governo. “Non sono cifre inventate, illazioni, ma proiezioni in base alle cifre reali”.

In realtà sul mercato primario, il Tesoro italiano ha già ottenuto il 91% dei finanziamenti previsti a fine ottobre e il debito rimanente da collocare in asta da qui alla conclusione del 2018 sarà di entità “molto ridotta”.