Società

Cointext: pagamenti in criptovalute via sms disponibili anche in Italia

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

A cura di Matteo Oddi

La capitalizzazione di mercato si assottiglia drammaticamente (quasi 80% in meno dai massimi storici di gennaio) e l’adozione tentenna. Eppure tecnologia e applicazioni continuano a registrare progressi di nota. Questa, in estrema sintesi, l’istantanea che offre oggi il comparto delle criptovalute.

“Il declino dei prezzi racconta solo una parte della storia”, dice in una mail Anatoliy Knyazev di Exante, facendo riferimento a notizie positive come “l’espansione a oltre 16.000 canali del Lightning Network (soluzione di secondo livello per rendere più scalabili le piccole transazioni sulla rete Bitcoin, NdA) o la decisione di Kentucky Fried Chicken (KFC) di accettare DASH come mezzo di pagamento in Venezuela“.

Un caso esemplificativo di questo stato di cose è rappresentato da Cointext, un wallet per Bitcoin Cash (BCH), il clone più famoso di Bitcoin. 

La particolarità di Cointext è che permette di inviare BCH tramite messaggi di testo da qualsiasi telefono mobile (oppure da altri indirizzi Bitcoin Cash).

Così facendo, lo scambio di criptovalute viene separato dalla necessità del possesso di uno smartphone, di un conto su un exchange o di una connessione internet.

 Tale funzionalità permette a Cointext di puntare a un mercato composto da “circa due miliardi di persone dotate di telefoni con funzionalità di base”, afferma Vin Armani, fondatore e CTO della società.

Negli ultimi mesi l’azienda ha aggiunto sempre più nomi alla lista dei paesi supportati, a cui da ieri fanno parte anche Italia e Ucraina. In totale sono 35 le nazioni presenti nel circuito di Cointext.

Nel frattempo Bitcoin Cash, che da pretendente al trono di contante per l’era delle crypto è passato a progetto caduto in disgrazia a causa di schermaglie interne alla community, è stato estromesso dalla top 5 delle coin più capitalizzate.

Nessun segnale di ripresa per la criptovaluta nata dall’hard fork della blockchain di Bitcoin nell’agosto del 2017, ma gli sviluppatori continuano a lavorare.