Economia

Guerra dazi: trattative congelate, ma Cina sotterra l’ascia di guerra

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La Cina ha proposto di ridurre di 50 miliardi di dollari il deficit commerciale con gli Stati Uniti, ma l’amministrazione Trump ha respinto l’offerta. La Cina sta prendendo in considerazione l’idea di fare concessioni per l’Europa e per il Messico, ma con gli Usa la questione è più complicata: dopo un’apertura iniziale i colloqui sembra infatti che si siano bloccati in una fase di stallo.

Citando una fonte a conoscenza dei fatti, Bloomberg ha fatto sapere che le trattative sono congelate. Per la Cina non è stato possibile proseguire i colloqui dopo che il governo Trump ha chiesto che Pechino intraprendesse le misure necessarie per ridimensionare le sue attività di sostegno ai settori di alta tecnologia. Pechino ha rifiutato di accettare l’offerta degli Usa, che chiedevano di interrompere i sussidi alle industrie come prevede l’iniziativa “Made in China 2025“.

Da parte loro gli Usa hanno rigettato l’offerta di ridurre di 50 miliardi di dollari il deficit commerciale tra i due paesi. Sul Forex il cambio dollaro yen è scivolato in area 106,90 in seguito alle indiscrezioni. Il congelamento delle trattative sta gradualmente affievolendo l’ottimismo derivante dal discorso riconciliatorio di Xi. L’azionario continua invece a essere ben impostato per via della promessa di Xi di aprire i mercati cinesi.

Cina propone taglio dazi nel settore auto

In precedenza le autorità della Cina avevano annunciato che avrebbero allentato i limiti agli investitori stranieri nel settore dell’auto e tagliato i dazi all’import di veicoli. È dunque un messaggio di apertura quello del  presidente cinese Xi Jinping, che in un discorso al Boao Forum for Asia,  ha assicurato un “allineamento” del sistema cinese alle norme finanziarie internazionali.

Si erano così placati temporaneamente i timori degli investitori su una possibile guerra commerciale a tutto campo tra Usa e Cina, le due prime potenze economiche mondiali. Già nel week end erano arrivati messaggi rassicuranti con l’amministrazione Usa, compreso Donald Trump, che ha di base tentato di trovare una soluzione negoziale.

Ma tornando alla Cina, tra gli obiettivi di Xi anche una maggior apertura dei mercati, un ambiente più attrattivo per gli investimenti, protezione della proprietà intellettuale e ampliamento delle importazioni.

Le dichiarazioni del presidente cinese hanno provocato una positiva quanto immediata reazione sui mercati, preoccupati nei giorni scorsi dalla contesa tra Usa e Cina sui dazi commerciali.

“Le dichiarazioni di Xi sembrano riguardare tutte le questioni principali che gli Usa avevano sollevato, compresa la proprietà intellettuale e la liberalizzazione dei mercati interni”, dice da Tokyo Yoshinori Shigemi, global market strategist per JPMorgan Asset Management. “Xi ha gettato la palla nel campo Usa ma sembra che la Cina abbia preparato il terreno per raggiungere un accordo con gli americani”.

Positiva la reazione dei mercati asiatici. Dopo il calo registrato in avvio di seduta, l’indice Nikkei ha guadagnato lo 0,54% (+116,06 punti) a 21.794,32 punti mentre il piú ampio indice Topix ha guadagnato lo 0,35% (+6,06 punti) a 1.731,94 punti.