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Cina, mercato Bond da 10mila miliardi apre agli investitori stranieri

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Oggi è stata annunciata una novità importante in Asia: il mercato dei titoli di Stato della Cina aprirà anche agli investitori stranieri. Si tratta di un mercato da 10mila miliardi, il terzo al mondo nell’obbligazionario, e l’iniziativa consentirà anche a chi non ha un conto aperto in Cina di acquistare titoli di Stato del paese.

Legare i titoli obbligazionari di Hong Kong a quelli della Cina continentale è da considerare una svolta storica per gli investitori stranieri che potranno così investire passando dalla piattaforma Shenzen-Hong Kong Stock Connect, che mette in connessione i mercati di Shenzen e Hong Kong. . L’operazione che va sotto il nome di China Bond Connect va a iscriversi nell’ambito del piano della Cina volto a liberalizzare i propri mercati di capitali.

Claudia Calich, gestore del fondo M&G Emerging Markets Bond, ha così commentato la novità relativa al China Bond Connect annunciata a margine del ventesimo anniversario della riconsegna di Hong Kong alla Cina.

“Il cosiddetto Bond Connect Cina-Hong Kong rappresenta un ulteriore passo in avanti nel cammino intrapreso dalla Cina verso l’apertura del proprio mercato obbligazionario agli investitori esteri. Il Bond Connect avrà alcuni vantaggi operativi rispetto agli investimenti diretti onshore, visto che per gli investitori esteri non sarà necessario avere un depositario locale o essere titolari di un conto, essere soggetti a quote o rivelare in anticipo quanto intendono investire”.

“Considerate le attuali valutazioni, la liquidità e il fatto che si tratta di un mercato nascente, mi aspetto che gli investitori esteri si concentrino inizialmente sui titoli di Stato piuttosto che sulle obbligazioni societarie o le Imprese di Proprietà Statale o State Owned Enterprises. In tal senso, i rating non saranno un fattore determinante per gli investimenti; lo saranno piuttosto le opinioni sulla valuta locale, il Renminbi, sui flussi di capitale in ingresso e in uscita dalla Cina, le politiche monetarie e la possibilità che i titoli governativi denominati in Renminbi vengano inclusi nei principali indici globali”.