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Ci vorranno 10 anni per normalizzare Npl italiani

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Per portare il livello dei crediti deteriorati delle banche italiane ai livelli della media europea potrebbero essere necessari 10 anni: lo si legge in un report di Morgan Stanley pubblicato lunedì.

“Crediamo che siano stati fatti progressi, ma le vulnerabilità rimangono”, ha scritto la banca americana, precisando che attualmente è in cantiere la cessione di 60-70 miliardi di Npl: ai ritmi attuali, l’Italia raggiungerà la media europea in termini di crediti deteriorati non prima del 2027 nel giro di quasi 10 anni.

L’istituzione di una bad bank, ha aggiunto Morgan Stanley, o una compagnia di asset management finanziata dallo stato sarebbe un passaggio chiave per risolvere il problema dei crediti deteriorati. Com’è noto, però, ogni intervento pubblico deve essere previsto entro le regole europee contro gli aiuti di stato, per cui risulterebbe difficile acquistare gli Npl a prezzi molto diversi da quelli di mercato (e aiutare i bilanci delle banche assumendosi i rischi di eventuali perdite sui loro crediti).

Mentre l’ipotesi di una bad bank potrebbe godere dell’appoggio delle istituzioni europee, la Germania continua a dimostrarsi contraria a soluzioni che coinvolgano fondi pubblici. Le stesse operazioni compiute su Mps e sulle banche venete, nel quale lo stato ha impegnato diversi miliardi, ha destato non pochi malumori fra i falchi d’Europa.

Secondo Morgan Stanley il settore delle banche italiane, per quanto in recupero sotto il profilo delle valutazioni in borsa, è ancora su “una strada sconnessa” con solo una “graduale riduzione del costo del rischio”: i titoli suggeriti dall’istituto americano sono quelli di Mediobanca e Intesa.