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Chi ha ucciso Arafat?

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NEW YORK (WSI) – Yasser Arafat è stato gentilmente accompagnato alla morte, secondo l’inviato del Corriere della Sera Antonio Ferrari, che sottolinea come la presenza di polonio nell’organismo dell’uomo politico palestinese sembra quasi “un timbro, un segnale che ci porterebbe lontano” e non a Israele.

Il mistero si infittisce. Erano in tanti a desiderare che venisse risolto il problema dell’ex leader dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina, politico scaltro.

Ieri è uscito il rapporto dell’Università di Losanna sul corpo riesumato: “C’è polonio 18 volte oltre la norma”. Per l’Autorità nazionale palestinese, costituita nel 1994 in applicazione degli accordi di Oslo, è stato ucciso da chi lo voleva morto: Sharon, con qualcuno nella Muqata.

Ferrari, intervenuto su Rai News 24 lo descrive come “un uomo tremante che perdeva la concentrazione che si assopiva era in preda a un abbassamento di difese immunitarie, fino a quasi non averne più”.

“Arafat era una miscela tra saggezza e cialtroneria. È l’uomo che ha firmato gli accordi di pace di Oslo, ma anche colui che non è riuscito a gestire la situazione immediatamente successiva”.

Il principale sospettato della morte per avvelenamento dell’ex leader palestinese Arafat è però Israele, stando alla conclusione della Commissione d’inchiesta palestinese sulla morte sospetta, nel novembre del 2004, dell’ex presidente dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp). “Israele è il primo sospettato, il principale e unico sospettato nella vicenda dell’assassinio di Yasser Arafat”, ha detto il presidnete della Commissione d’inchiesta, Tawfiq Tiraoui

Gli studi condotti dagli esperti svizzeri hanno scoperto livelli di polonio almeno 18 volte superiori alla norma nelle costole e nel bacino di Yasser Arafat, nonchè nel terreno che ha accolto i suoi resti.

Arafat è morto in Francia l’11 novembre del 2004, a 75 anni, per cause che i medici non riuscirono a chiarire. All’epoca non venne condotta alcuna autopsia.

I resti del leader palestinese vennero riesumati lo scorso novembre per consentire i prelievi necessari alle analisi condotte da tre squadre di inquirenti, svizzeri, francesi e russi.

L’indagine condotta dagli esperti svizzeri ha portato alla scoperta di livelli “inaspettamente alti” di polonio 210 nei frammenti di tessuto e ossei di Arafat.

Pur tenendo in considerazione gli otto anni trascorsi dalla morte di Arafat e la qualità dei campioni prelevati, nel rapporto svizzero si afferma che i risultati emersi dalle analisi “avvalorano moderatamente l’asserzione che la morte sia stata la conseguenza di avvelenamento da polonio 210”.