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Catalogna: da Rajoy ultimatum di 8 giorni. Puigdemont non torna indietro

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BARCELLONA (WSI) – La Catalogna ha ott giorni di tempo per abbandonare la sua marcia verso l’indipendenza o altrimenti dovrà far fronte alla perdita della sua autonomia politica. Questo l’ultimatum che il premier Mariano Rajoy ha dato al governo catalano, sotto la minaccia di sospendere l’autonomia della regione e di indire nuove elezioni. Un voto per nominare nuovi leader pare a molti l’unica via d’uscita dalla crisi costituzionale, sarebbe una possibilità per sbloccare la fase di stallo, ma difficilmente il governo catalano accetterà.

Il termine di otto giorni che Madrid ha dato alla Catalogna per decidere se abbandonare la sua offerta di indipendenza potrebbe rivelarsi inutile secondo gli analisti politici, visto che sono convinti che il presidente catalano pro-separatista Carles Puigdemont non tornerà indietro. Se lo farà si giocherà completamente la sua reputazione politica.

Parlando a Madrid, il primo ministro Mariano Rajoy ha avvertito che se il governo catalano si rifiuterà, allora sospenderà l’autonomia della regione, preparandosi a governarla direttamente. Antonio Barroso, vice direttore della società di consulenza di ricerca a rischio Teneo Intelligence, ha detto che “è improbabile che Puigdemont cambierà la sua posizione”.

“La prima reazione è stata quella di insistere sull’istituzione di un” dialogo bilaterale” con la Spagna senza condizioni preliminari”. Fare marcia indietro sull’indipendenza porterebbe solo a una delusione ancora maggiore nel campo secessionista”.

Dato che Rajoy non può accettare una discussione bilaterale senza che Puigdemont faccia un primo passo indietro sull’indipendenza, lo scenario più probabile, dicono gli analisti è che il primo ministro attivi le prossime fasi dell’articolo 155 (la cosiddetta “opzione nucleare”), quello che permette al governo centrale di sospendere l’autonomia locale di una regione, che probabilmente si verificheranno entro le prossime 48 ore. L’ articolo 155 non è mai stato invocato prima d’ ora, ma poiché le tensioni tra Spagna e Catalogna sono cresciute, è diventata più probabile una crisi costituzionale. Se Puigdemont si rifiuta di rispondere alle richieste della Spagna, Rajoy dovrebbe presentare al Senato spagnolo un elenco di azioni che il governo adotterà ai sensi dell’ articolo 155.

Uno scenario alternativo, meno probabile, è che l’ambiguità di Puigdemont che aveva dichiarato l’indipendenza e poi l’ha sospesa chiedendo il dialogo con Madrid, faccia crescere la rabbia dei membri più radicali del movimento secessionista, portando alla loro implosione e alle elezioni regionali anticipate in Catalogna. Rajoy ha detto che la Catalogna ha bisogno di chiarire se aveva dichiarato l’indipendenza o meno, ma poi ha espresso l’ultimatum. Il governo catalano ha tempo fino a lunedì 16 ottobre alle 9:00 per rispondere alla domanda, secondo Reuters. Se Puigdemont dovesse confermare di aver dichiarato l’indipendenza, gli verrebbero  concessi altri tre giorni per rettificarla, fino a giovedì 19 ottobre alle ore 9:00.

Da un lato, Puigdemont è soggetto a pressioni da parte di elementi più radicali all’interno dell’establishment politico della Catalogna – come il partito popolare di estrema sinistra per la candidatura all’unità popolare (CUP) – per andare avanti con l’indipendenza. Non può dimenticare che il 90 per cento dei circa 2,26 milioni di catalani ha votato per l’indipendenza. D’ altro canto, una Catalogna indipendente si troverebbe isolata politicamente ed economicamente, al di fuori del’lUnione europea e non riconosciuta da altri paesi europei. Molte imprese hanno già dichiarato che si sarebbero trasferite al di fuori della regione qualora venisse dichiarata l’indipendenza da Madrid.