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Brexit: May accusata di tradimento dagli alleati del DUP

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Di nuovo nella bufera il primo ministro inglese Theresa May, accusata dal DUP, il Partito Unionista democratico inglese, di totale tradimento. Il motivo è una lettera che l’inquilino di Downing Street avrebbe inviato al leader del DUP Arlene Foster e al suo vice Nigel Dodds rivelando che l’accordo con l’Ue sulla Brexit. Secondo quanto trapelato nelle ultime ore sembra che l’UE offrirà la possibilità ai britannici che non solo l’Irlanda del Nord ma l’intero Regno Unito possa rimanere nell’Unione doganale per almeno un anno in più rinviando a lungo termine, il problema dei confini che potrebbe essere risolto con un accordo globale di libero scambio tra l’UE e la Gran Bretagna, sul modello del trattato UE con il Canada (Ceta).

A rivelare questa lettera il Times che ieri ha pubblicato qualche stralcio. Nella lettera si legge:

E’ chiaro che non potevo accettare circostanze o condizioni del piano di  backstop che avrebbero distrutto il territorio doganale del Regno Unito.

Il  DUP ha interpretato la formulazione della lettera della May come un’indicazione che la misura di backstop – che di fatto permette all’Irlanda del Nord di continuare a far parte dell’Unione Europea nonostante la Brexit- sarà contenuta nell’accordo sul divorzio Brexit nonostante l’insistenza del premier a dire che non entrerà mai in vigore. Da qui la critica del numero uno del DUP Arlene Foster:

La lettera del Primo Ministro solleva un campanello d’allarme per coloro che apprezzano l’integrità della nostra preziosa unione e per coloro che desiderano una Brexit corretta per tutto il Regno Unito. Sembra che il Primo Ministro abbia sposato all’idea di una frontiera sul Mar d’Irlanda con l’Irlanda del Nord nel regime di regolamentazione del mercato unico dell’UE”.

Un alto parlamentare del DUP ha accusato May di un “tradimento totale“. Insomma un bel grattacapo per la premier inglese che, si ricorda, in Parlamento fa affidamento sul sostegno degli 10 parlamentari del DUP i cui voti potrebbero diventare cruciali nella ricerca di un consenso per  l’accordo in fieri con Bruxelles.