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Brexit, la svolta: Londra pronta a pagare prezzo alto per il divorzio

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L’impasse sui negoziati sulla Brexit fra Regno Unito e Unione europea potrebbe finire a breve. Dal prossimo incontro a margine del summit sul partenariato orientale in programma a Bruxelles fra la premier britannica Theresa May e il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk si attendono passi in avanti. Dopo essersi sentito con il capo negoziatore per l’Ue, Michel Barnier, Tusk continuerà a chiedere al Regno Unito una promessa senza condizioni che il governo pagherà per il divorzio dall’Ue una cifra maggiore dei 20 miliardi di sterline offerti finora.

Da parte sua, Theresa May ha avuto l’appoggio del Consiglio dei Ministri per un’offerta fino a 40 miliardi di euro. In cambio, insisterà con Tusk su una garanzia scritta per l’inizio dei colloqui sul post Brexit, parte della trattativa a cui il Regno Unito vorrebbe accedere in tempi rapidi, nella quale si discuterà anche dei futuri rapporti commerciali con l’Ue. L’obiettivo di May è che il prossimo Consiglio europeo, in programma il 14 e 15 dicembre, possa dare il via libera al passaggio a questa seconda parte dei negoziati.

Il prossimo 4 dicembre May incontrerà anche il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker. Il “conto di divorzio” prevede che il Regno Unito paghi per spese come il bilancio dell’Ue, dato che il periodo di programmazione scadrà nel 2020, un anno dopo la prevista Brexit, le pensioni dei funzionari Ue impiegati durante il periodo in cui il Regno Unito era membro Ue, e altre spese.

“I negoziati continuano ma ciò su cui sono chiara è che dobbiamo andare avanti assieme”, ha detto Theresa May, lasciando intravedere un tono più positivo sul futuro delle trattative.

La premier ha sottolineato però che qualsiasi garanzia scritta da parte del Regno Unito dovrà essere accompagnata da una promessa certa da parte dell’Ue. May vorrebbe dunque la certezza che il negoziato sugli accordi commerciali cominci al più presto. Le incertezze sulle trattative per la Brexit stanno già portando effetti negativi all’economia britannica, per cui la crescita attesa sarà la più bassa in mezzo secolo, secondo un avvertimento del cancelliere dello Scacchiere Phillip Hammond e dell’Ufficio di bilancio nazionale.