Economia

Brexit: accordo bocciato, come May rivedrà il testo

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All’indomani del voto sulla Brexit, la Borsa di Londra si mostra resiliente e apre oggi in modesto rialzo con un computo di +0,22%. L’accordo della May è stato bocciato dai parlamentari britannici con 432 deputati che hanno votato contro e 202 che hanno votato a favore, segnando così la peggiore sconfitta politica della storia parlamentare inglese dal 1924.

Quando mancano 10 settimane all’uscita del Regno Unito, i piani di May sono andati in fumo e ora al governo rimane poco tempo per avviare un piano B. Il leader del partito laburista all’opposizione, Jeremy Corbyn, ha presentato una mozione di sfiducia contro la May invocando elezioni generali come la miglior soluzione per il Paese. Ma difficilmente la mozione, per la quale servono i due terzi della maggioranza del parlamento, passerà.

L’esecutivo del Regno Unito ha tre giorni lavorativi per definire un nuovo piano d’azione. Nella mattinata di oggi spetta agli europarlamentari discutere la situazione della Brexit ed è intervenuto il negoziatore Ue Michel Barnier, secondo il quale “la Ue resta unita e determinata a raggiungere l’accordo”. Fa eco alle parole di Barnier il presidente del Consiglio Ue Donald Tusk:

“Se un accordo è impossibile e dato che nessuno vuole un non-accordo”, scrive su Twitter, “allora chi alla fine avrà il coraggio di dire qual è la sola situazione positiva?”

Cosa farà adesso Theresa May?

Il rischio più grande rimane ora quello tanto temuto da May, quello di un’uscita senza accordo che trascinerebbe il Paese in una fase di recessione peggiore di quella causata dall’ultima crisi finanziaria. Per tentare di convincere i ribelli dei Tories, la premier inglese potrebbe cercare di strappare nuove concessioni dall’Ue e chiedere un secondo voto ai Comuni.  Dal canto suo l’Ue potrebbe essere disponibile a negoziare un accordo completamente nuovo ma solo se la Gran Bretagna decidesse di restare nel mercato interno o nell’unione doganale.

Quale sia la decisione ora da prendere quasi certamente significa che l’uscita pianificata il 29 marzo verrà rinviata ma spetta alla Gran Bretagna farne richiesta e ottenere l’unanimità dell’Ue per attuarla. L’ipotesi più probabile è che Londra chieda e ottenga la proroga almeno fino a giugno dopo le elezioni europee, altrimenti un’uscita disordinata e senza accordo il 29 marzo prossimo avrebbe conseguenze molto negative.

In caso di Brexit disordinata, Marc Carney della Banca d’Inghilterra ha fatto sapere che la stima è per una perdita della sterlina del 25% del suo valore sul Forex, mentre l’economia vedrà il Pil contrarsi dell’8% rispetto allo scenario di base.

Brexit, l’impatto negativo sull’economia

Secondo gli analisti di Candriam l’esito del voto aumenta le prospettive di incertezza per l’economia britannica. “Mentre continuiamo a credere che, alla fine, una hard Brexit debba essere evitata, la principale conseguenza del voto di ieri è che probabilmente resterà un clima d’incertezza per almeno un altro paio di settimane. Questo peserà sulla crescita“.

“Si potrebbe obiettare che l’incertezza era già riscontrabile da un paio di mesi, ma che non ha comunque impedito la ripresa della crescita del Regno Unito o il rialzo del PMI manifatturiero per tutto il mese di gennaio. Tuttavia, questa forza, che contrasta con la debolezza osservata nell’Europa continentale, è fuorviante. Dall’inizio del 2018, solo le scorte hanno dato un contributo sempre più significativo alla crescita, con il governo e le aziende che hanno accumulato stock per prepararsi all’eventualità di una hard Brexit”.

 Negli ultimi due anni, l’incertezza ha influito pesantemente sulla crescita degli investimenti delle imprese, che tende allo zero. Inoltre, dicono sempre gli esperti di Candriam in una nota, “nonostante la forza del mercato del lavoro – crescita salariale superiore al 3% e disoccupazione al 4,1% – la spesa delle famiglie è rimasta debole. In questo contesto, il voto di ieri prolunga ulteriormente il periodo di incertezza che l’economia britannica si troverà ad affrontare. Dato l’ormai elevato livello delle scorte, ciò avrà un impatto negativo sull’attività dei prossimi trimestri“.