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Borse vulnerabili con tassi Usa al 3%, dollaro ai massimi di 15 mesi

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Il debito societario e le quotazioni elevate dopo mesi di record su record rendono le Borse vulnerabili secondo Societe Generale. La performance per il momento non è esageratamente negativa perché gli investitori preferiscono concentrarsi sui motivi dietro al balzo dei rendimenti, piuttosto che sulle conseguenze che questo potrebbe avere nelle strategie di investimento delle cosiddette “mani forti”. Se i rendimenti obbligazionari Usa di riferimento hanno raggiunto la soglia spartiacque del 3% è anche perché le condizioni economiche sono buone, perché c’è un po’ di inflazione e perché la Fed imporrà un ciclo di strette monetarie abbastanza aggressivo.

Con il tasso sui Treasuries decennali che si mantiene sopra il 3%, sul Forex il dollaro ne approfitta salendo sui massimi di 15 mesi, mentre l’euro si indebolisce prima della riunione della Bce, da cui potrebbe emergere un atteggiamento più accomodante da parte delle autorità monetarie. Le previsioni e gli outlook non eccezionali di alcune grandi società quotate come Caterpillar pesano comunque sulle Borse. Le minacce di una guerra commerciale e il rialzo dei rendimenti obbligazionari ha messo in guardia i trader sull’azionario, che speravano di ottenere buone notizie dalla stagione dele trimestrali. Finora i risultati sono invece stati a luci e ombre per i colossi tecnologici e industriali. In particolare preoccupano le previsioni tiepide per l’esercizio fiscale in corso, un segno del fatto che l’espansione dell’attività economica globale potrebbe aver ormai raggiunto il suo picco.