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Borsa Milano strappa +2,7%. Ma Cina teme fuga capitali

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MILANO (WSI) – Chiude in netto progresso l’azionario europeo, ricalcando l’andamento visto in Usa e Asia dove i mercati hanno registrato un rimbalzo dopo il ritracciamento pesante degli ultimi due giorni. I rialzi sono di oltre due punti percentuali per le Borse principali del continente, il Ftse MIB fa segnare un progresso del 2,74% a 21.294,98 punti.

A Piazza Affari occhi puntati su FCA dopo che le autorità hanno detto che la casa italo americana ha preso sotto gamba alcuni rischi per la sicurezza delle sue vetture. Il rischio è di ricevere una multa record per il ritardo nei richiami. Si parla di oltre 100 milioni di dollari a causa dei problemi relativi ai report sulla sicurezza.

Il titolo in realtà corre di pari passo con il resto del settore. Volkswagen registra un rimbalzo di circa il 6%.
Questo avviene percé, spiegano da Reuters, il mercato guarda al collocamento del 10% di Ferrari, nella seconda metà di ottobre. Aiuta inoltre la decisione cinese di ridurre le tasse sui veicoli di piccoli dimensioni.

Il settore energetico si muove in controtendenza, vedi Tenaris e Saipem. Fa eccezione Eni. Il colosso petrolifero è favorito dalle notizie positive delle ultime sedute. Lunedì per esempio il gruppo ha detto che ha la possibilità di raddoppiare la produzione in Libia.

Il settore minerario e delle materie prime si riscatta dopo che Glencore ha assicurato che i flussi i cassa e il business rimangono buoni e che non ci sono rischi di insolvenza, come temuto dagli analisti in caso di ulteriore indebolimento dei prezzi delle commodities.

Sul fronte macro si rifà vivo lo spauracchio deflazione in area euro e Giappone.

In Asia, i listini ignorano questa volta dati macro ancora preoccupanti, in particolare nella terza economia al mondo. In Cina intanto il governo prevede una fuga importante di capitali a causa del rallentamento dell’economia, ma ha avvertito che chi osa esportare valuta sarà punito.

Tutti i principali mercati, dunque, da Tokyo a Shanghai, sono in rialzo, nonostante dati macro deludenti. La Borsa giapponese ha chiuso in progresso del 2,7% incurante dei numeri fiacchi sulle vendite al dettaglio e della nuova contrazione della produzione. A Tokyo torna lo spauracchio di una recessione deflativa.

Sul valutario, euro debole sul dollaro, si attesta in area 1,1160 (-0,78%).

Tra le materie prime, rame in risalita mentre il petrolio avanza leggermente, dello 0,18%, attestandosi a 45,31 dollari, a fronte dei 45,23 della chiusura newyorchese di ieri. Oro in flessione del -1,15% a 1.114,46 dollari l’oncia.

(DaC)