Economia

Bce non tocca i tassi, confermato fine QE a dicembre

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Tutto come nelle previsioni. Nell’ultima riunione prima della pausa estiva, la Bce ha deciso di mantenere invariati i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rispettivamente allo 0,00%, allo 0,25% e al -0,40%. In una nota, l’Eurotower aggiunge anche che il costo del denaro rimarrà ai livelli attuali almeno fino a a tutta l’estate 2019.

L’istituto di politica monetaria guidato da Mario Draghi ha inoltre confermato la decisione di procedere ad acquisti netti “all’attuale ritmo mensile di 30 miliardi di euro sino alla fine di settembre 2018″ quindi “dopo settembre 2018, se i dati più recenti confermeranno le prospettive di inflazione a medio termine del Consiglio direttivo, il ritmo mensile degli acquisti netti di attività sarà ridotto a 15 miliardi di euro sino alla fine di dicembre 2018″ per poi cessare del tutto.

Confermata anche la decisione di “reinvestire il capitale rimborsato sui titoli in scadenza per un prolungato periodo di tempo dopo la conclusione degli acquisti netti di attività e in ogni caso finché sarà necessario per mantenere condizioni di liquidità favorevoli e un ampio grado di accomodamento monetario”.

Nella conferenza successiva alla comunicazione delle decisioni di politica monetaria, il presidente della Bce, Mario Draghi, ha detto che “le incertezze, in particolare quelle legate al contesto commerciale globale, rimangono importanti”, specificando che nonostante la crescita dell’Eurozona continui su un percorso “solido”, una guerra commerciale “in cui si susseguono round di offensive e ritorsioni creerebbe un clima completamente diverso”. In merito all’incontro di ieri tra il presidente Usa Donald Trump e il presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker:

” E’ ancora troppo presto per valutare l’esatto contenuto dell’accordo, abbiamo preso nota del meeting. Si può dire che è un buon segno perché  in un certo senso mostra che c’è una volontà di tornare a discutere di questioni commerciali in un quadro nuovamente multilaterale. Ma sarebbe difficile dire altro”. 

Sul fronte della crescita, Draghi ha spiegato che:

“Sebbene la crescita sia meno solida rispetto alla fine dello scorso anno a causa di una performance piu’ normale delle esportazioni – ha detto Draghi – gli indicatori si stanno comunque stabilizzando su livelli alti e questa e’ una buona notizia per l’economia europea”. Guardando avanti, “Ci aspettiamo che la crescita rimanga solida e diffusa nella seconda metà dell’anno”. 

Uno sguardo infine alle riforme strutturali nei paesi dell’area dell’euro.

 “Per poter fruire appieno dei benefici derivanti dalle nostre misure di politica monetaria, le altre politiche devono contribuire in modo più decisivo a incrementare il potenziale di crescita a più lungo termine e a ridurre le vulnerabilità”,  ha detto il presidente della Bce a Francoforte sottolineando come l’attuazione delle riforme strutturali nei paesi dell’area dell’euro “va considerevolmente accelerata per consolidare la capacità di tenuta, ridurre la disoccupazione strutturale e rafforzare la produttivita’ e il potenziale di crescita dell’area”.